"La mia vignetta razzista? ​Voi non sapete ridere..."

Giannelli difende la sua vignetta sui profughi: "Questa polemica mi offende"

"La mia vignetta razzista? ​Voi non sapete ridere..."

"La mia vignetta razzista? Non scherziamo. Non sapete ridere". Emilio Giannelli risponde a tono a chi, nelle ultime ore, lo ha sommerso di critiche per una vignetta che, scherzando, diceva una sacrosanta verità. Dopo aver trovato casa sulla prima pagina del Corriere della Sera, la vignettà è finita vittima di feroci critiche sui principali i social network. "Io penso che chi non riesce a capire questa vignetta abbia bisogno di un'iniezione di fosforo. - commenta Giannelli in una intervista al Fatto Quotidiano - d'altronde non si può andare d'accordo con tutti. Non sono stupito".

Lo hanno accusato di tutto. Soprattutto di razzismo. I commenti non sono stati affatto teneri. Nel vignetta pubblicata ieri, Giannelli disegna un gruppetto di profughi che hanno occupato la casa di un italiano che, al ritorno dalle ferie, se li trova in salotto. "E voi?", chiede il papà con la valigia in mano e la famiglia al seguito. "Profughi", rispondono in coro gli extracomunitari accomodati sul divano. "Il mio intento era prendere in giro chi teme che i rifugiati arrivino a casa sua: la satira è anche paradosso - spiega Giannelli nell'intervista al Fatto Quotidiano - si vede che la gente non ha il senso del paradosso e dell'ironia. Questa polemica mi offende e mi indigna. Non sono razzista, tutte le mie precedenti vignette sull'argomento lo testimoniano".

E rincara la dose: "Volevo fare ironia su chi è talmente spaventato dai profughi che si aspetta di trovarseli in casa al rientro dalle ferie. Penso che gli italiani abbiamo sempre più paura e siano sempre più legati ai proprio beni materiali".

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