Tutti contro Matteo Renzi, salvo i renziani della prima ora. La lettera che l'ex premier ha inviato a Repubblica per accusare il Pd di avere "sopravvalutato" la questione migranti, sparando a zero contro Gentiloni e Minniti, ha scatenato un mare di polemiche tra i dem. Se i militanti hanno dimostrato di non gradire l'ultima uscita del senatore di Rignano, accusandolo di volersi sottrarre alle sue responsabilità (lui che per anni è stato segretario e premier), stessa cosa si può dire dei pezzi grossi del partito. Dopo Nicola Zingaretti, che ha definito le parole di Renzi "più che una critica, un'autocritica", è arrivata a stretto giro di posta anche la replica di Paolo Gentiloni. Che, sempre su Repubblica, ha fatto chiarezza sui presunti errori commessi negli anni in cui era a Palazzo Chigi.
"Minniti ha lavorato bene. Mentre Salvini..."
"Gli accordi da me sottoscritti con le autorità di Tripoli e il lavoro del ministro Minniti avevano raggiunto risultati importanti. Una linea di condotta - scrive Gentiloni - che è sempre stata sostenuta con lealtà dai vertici del Pd, convinti, come noi del Governo, della necessità di coniugare accoglienza e capacità di gestire i flussi migratori".
Poi una riflessione sullo ius soli, su cui secondo Renzi andava messo il voto di fiducia "come avevamo fatto sulle Unioni civili". "Io purtroppo non sono riuscito a farla approvare al Senato. Per mancanza di numeri, non certo di coraggio o di volontà. Coraggio o volontà che semmai ci mancarono tra il 2015 e il 2016, quando i numeri c'erano eccome ma governo e Pd decisero di non procedere", puntualizza Gentiloni, che ha ammesso come "limiti ed errori comunque ci siano stati. Ma i crolli di consensi al Pd nel voto del 2018 non dipendono certo dalle politiche migratorie di Minniti" contro cui si è scagliato Renzi, a cui Gentiloni è riuscito a rispondere senza mai citarne il nome. A differenza di Matteo Salvini, accusato dall'ex ministro delle Telcomunicazioni di "cancellare l'immagine di un'Italia che sull'immigrazione aveva salvato l'onore dell'Europa. Lo accuso di non aver utilizzato una condizione relativamente favorevole" creata dal suo governo.
"Flussi indispensabili per la nostra economia"
Per Gentiloni, Salvini aveva ereditato una situazione che "rendeva possibile il raggiungimento dell’unico obiettivo serio che un governo dovrebbe proporsi in tema di immigrazione", vale a dire "trasformare flussi incontrollati, gestiti da reti criminali, pericolosi per i migranti e fonte di tensione nei paesi di arrivo in flussi
controllati, sicuri, indispensabili per la nostra economia" mediante gli accordi sottoscritti tra Tripoli e Roma che avevano portato a una riduzione del numero di sbarchi di migranti sulle coste italiane.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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