La «bomba» migranti, lasciata in eredità dal ministro Lamorgese, sta esplodendo con arrivi continui, rivolte delle Ong e dei capitani delle navi, che rischiano grosso, multe previste dal governo e offensive legali dei talebani dell'accoglienza a colpi di cavilli e carte bollate.
Anche la nave Rise Above con 89 migranti a bordo stava facendo rotta ieri sera verso Reggio Calabria dopo aver dichiarato lo stato di emergenza per mancanza di carburante ottenendo l'autorizzazione dalla Guardia costiera. Sbarcheranno tutti. Copione previsto per la terza delle quattro navi delle Ong che «assediano» l'Italia.
A Catania, nel frattempo, è andato in scena l'«ammutinamento» dei capitani delle due unità attraccate per sbarcare i fragili che avevano a bordo, la Humanity 1 e Geo Barents. I comandanti si sono rifiutati di rispettare l'ordine governativo di salpare con i migranti che non sono stati fatti scendere a terra, 35 sulla prima nave e 214 sulla seconda.
Il più loquace è Joachim Ebeling, 59 anni, tedesco, al timone di Humanity 1, che dichiara: «Sono davvero indignato e sconvolto dal decreto illegale del governo italiano, che non mi consente di far sbarcare a terre le persone». Non è nuovo a sfide del genere con il nostro paese. Nel settembre del 2020 comandava la nave Alan Kurdi, di Sea Eye, altri talebani tedeschi dell'accoglienza. Alla fine è riuscito a sbarcare in Sardegna 133 persone recuperate in mare, dopo averci provato a Lampedusa. La nave è stata sequestrata per un po' di tempo.
Per ora è stata notificato alle imbarcazioni delle Ong «un avvertimento che ci dice che se non rispettiamo le norme del decreto rischiamo una multa fino a 50mila euro» ha precisato Medici senza frontiere della Geo Barent. In pratica i comandanti dovrebbero salpare e uscire dalle acque nazionali, ma si rifiutano e rischiano una denuncia alla procura di Catania per resistenza a pubblico ufficiale. Difficilmente un arresto, ma si potrebbe arrivare al sequestro della nave, che non è mai definitivo.
L'altro capitano, della Geo Barents, è un norvegese classe 1975, Asbjørn Martin Ekroll. Di lui non si sa molto di più, ma a bordo, c'è la spagnola Ana Isabel Montes Mier, a capo delle squadre di ricerca e soccorso di Msf. Pasionaria dell'accoglienza si è fatta le ossa con Open arms e il braccio di ferro con l'allora ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Il 14 maggio ha testimoniato orgogliosamente per cinque ore e mezzo a Palermo nel processo contro il leader leghista. E nelle ultime settimane pontificava sulla Geo Barents con la maglietta di Msf.
I migranti rimasti a bordo delle quattro navi, compresa Ocean Viking di Sos Mediterranee in acque internazionali, sono ancora 572. Molti sono passati per i gironi danteschi dei centri di detenzione libici oppure nei lager dei trafficanti, ma adesso, ormeggiati a Catania, sostengono di patire le pene dell'inferno. Le Ong rincarano la dose denunciando «gravi infezioni» e «problemi psicologici» che potrebbero provocare il suicidio. In tre si sono gettati in mare dalla Geo Barents prontamente recuperati e riportati sulla banchina. I 35 a bordo della Humanity 1 hanno iniziato lo sciopero della fame cominciando a gridare «aiutateci» in inglese.
Le Ong, seguendo le tappe già testate in passato, hanno lanciato l'offensiva legale con team di avvocati già pronti. Riccardo Campochiaro, che rappresenta la tedesca Sos Humanity, ha confermato non solo il ricorso al Tar del Lazio contro il decreto governativo, ma pure un altro d'urgenza al tribunale civile di Catania per far sbarcare tutti i migranti rimasti a bordo. E gruppi di legali pro Ong stanno preparando raffiche di esposti.
Anche Msf affila i «coltelli» giudiziari e Sos Mediterranee ha denunciato che sulla loro nave la «situazione è esplosiva» con i migranti a bordo da 20 giorni, «il periodo più lungo mai trascorso su Ocean Viking».
La bomba libica non riguarda solo le Ong, che hanno sbarcato in Italia diecimila migranti dall'inizio dell'anno. Ieri è stato intercettato al lago di Siracusa l'ennesimo maxi peschereccio partito da Tobruk, in Cirenaica, Libia orientale, con 498 persone a bordo.
Nel primo pomeriggio un altro arrivo di 69 migranti, ma su un barcone di 12 metri, salpato da Minieh in Libano. Siriani, palestinesi, iracheni, libanesi che avevano pagato dai 6mila ai 10mila dollari ciascuno. Non c'è da stupirsi se quest'anno sono già sbarcati in Italia 88.100 migranti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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