Milano, rapina in banca da film. I ladri scappano nel tombino

Malviventi in maschera sono entrati e usciti da un buco scavato da un palazzo vicino. Non ci sono stati feriti

Milano, rapina in banca da film. I ladri scappano nel tombino

Basandosi su elementi estremamente concreti e l'esperienza maturata sul campo, la valutazione globale degli investigatori è sempre illuminante. Soprattutto se fatta con tanta convinzione appena qualche minuto dopo i fatti. «Più che rapinatori questi sono autentici ladri. Che hanno astutamente approfittato di un clima sociale non facile per insinuare in tutti sul momento il sospetto di una rapina in banca con chissà quale sfondo ideologico. Naturalmente dopo aver sequestrato delle persone, variabile quest'ultima che peraltro in un colpo del genere sussiste sempre per crearsi, in un modo o nell'altro, uno scudo. Poi hanno puntato a quello che per un vero esperto del genere in questo momento storico costituisce l'obiettivo più redditizio: le cassette di sicurezza». E se applicato al colpo di ieri mattina all'agenzia del Crédit Agricole all'angolo tra via Stoppani e via degli Scipioni - tra viale Abruzzi e piazza Ascoli, zona centrale a est della città, il bilancio del poliziotto non fa un plissé.

Secondo la ricostruzione della squadra mobile i primi due rapinatori sono arrivati dall'ingresso principale alle 8.39, cioè all'orario di apertura e hanno tirato subito fuori due pistole. Ma il coup de théatre a quel punto è stato realizzato dai loro complici. Che, come in un numero di illusionismo d'alto livello, con addosso maschere bianche che coprivano loro l'intero volto, si sono poi «materializzati» all'improvviso all'interno dell'istituto di credito, ma al piano di sotto, emergendo da un buco nel pavimento collegato a un cunicolo che passa dai sotterranei e che avevano raggiunto calandosi nei tombini della rete fognaria e sorprendendo il direttore della banca, che era davanti al caveau, un 48enne colpito alla nuca con il calcio di una pistola che prima gli era stata puntata addosso. Tutto questo davanti a una delle dipendenti, una 30enne, mentre un'altra collega di 49 anni, sotto choc, è riuscita a scappare dopo aver sentito il direttore gridare.

«Non sembravano urla quelle del direttore, ma piuttosto spari. E poiché la banca è francese, ho temuto che qualcuno si fosse nascosto nel caveau per infierire contro di noi» ci racconta l'impiegata poi fuggita. È lei che, una volta fuori, rifugiatasi in un bar, con un cordless della banca che teneva ancora in mano, ho chiamato la polizia. «Ma quei banditi non volevano fare del male alle persone» ci tiene a precisare.

Sul posto è intervenuta la polizia che, con una decina di pattuglie, ha circondato l'agenzia e bloccato il traffico. Tutti gli accessi alla piazza sono stati bloccati quindi è stata predisposta una zona di sicurezza per evitare rischi per i passanti.

Prima di fare irruzione nell'istituto di credito i poliziotti delle «Volanti» hanno atteso di verificare quale fosse la situazione all'interno. I rapinatori hanno approfittato proprio di quel lasso di tempo per attivare un estintore creando momenti di confusione. E dopo essersi coperti la fuga a quel modo sono scappati tutti da dove erano arrivati, cioè dai sotterranei: dopo la «tempesta» del colpo, insomma, la magia perfetta della ritirata.

Il caveau non l'hanno nemmeno preso in considerazione: non potevano: si sono limitari a portare via una ventina di cassette di sicurezza. Ora bisognerà calcolare il valore del loro contenuto che potrebbe sfiorare parecchie migliaia di centinaia di euro.

I medici delle ambulanze

hanno visitato il direttore e la dipendente, sotto choc. Mentre teneva il ghiaccio sulla testa il direttore ha insistito pure lui con la polizia che, nonostante la colluttazione, i banditi non avevano infierito su di lui.

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