Milano è sempre più la capitale del fare. E con la nuova metro la città spicca il volo

M4 arriva a S.Babila: da Linate al centro in 12 minuti. Alla faccia dei "no"

Milano è sempre più la capitale del fare. E con la nuova metro la città spicca il volo
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In 12 minuti (e senza guidatore) dall'aeroporto di Linate a Piazza San Babila, il centro del centro di Milano. Non è più fantascienza da ieri, quando il ministro Matteo Salvini, il sindaco Giuseppe Sala e l'ad Webuild Pietro Salini hanno inaugurato altre due fermate della M4, la metro Blu che, per arrivare a San Cristoforo, dovrà aspettarne altre 13 e il 2024 quando trasporterà 86 milioni di passeggeri all'anno. Cronologia bizzarra dato che la M5 è già da tempo in funzione a raccontare quanto, diciamo così, sia strano questo nostro Paese dove per finire quello che il sindaco definisce «un sogno realizzato», servono dieci anni di ritardo e qualcuno dice un 50 per cento di costi in più.

Di fatto da ieri Linate diventerà uno dei city airport più invidiati al mondo, in una metropoli sempre più moderna e affascinante, alla faccia di chi aveva addirittura pensato di chiuderlo a favore di Malpensa. Dove ora si comincia a pensare di portare l'alta velocità ferroviaria, così come si parla del tracciato di una M6, a dimostrazione di come la virtù generi altra virtù. E pazienza allora se di questa linea Blu si parli da vent'anni e giustamente l'oggi deputato di FdI e allora vicesindaco Riccardo De Corato abbia ricordato come a sognare la M5 sia stata nel lontano 2005 la giunta di Gabriele Albertini che litigò con Giulio Tremonti ministro. E, per far allargare i cordoni della borsa al governo, andò da Silvio Berlusconi premier che lo accontentò. E fu sempre una giunta di centrodestra guidata da Letizia Moratti a iniziare nel 2008 gli scavi archeologici che poi portarono al progetto definitivo, stanziando nel novembre del 2010 ben 400 milioni di euro su un totale di 1.699. La quota restante fu a carico dello Stato per 786 milioni e dei privati per 513. L'appalto per la messa in opera, invece, fu assegnato nel 2011 con la finanza di progetto.

«I milanesi investono sulle metropolitane: la prima linea nel '64 è stata fatta grazie anche a un prestito della cittadinanza», ha ricordato ieri Sala, sottolineando come all'inizio del suo primo mandato i lavori fossero al 10%, rilanciando già a Salvini la sfida per la M6 con velenoso riferimento ai Palazzi romani. «Sei il sesto ministro delle Infrastrutture da quando sono sindaco». Pronta la replica del leghista prima della raffica di selfie con i lavoratori del cantiere esultanti. «Beppe, conto che nei prossimo 5 anni ne vedrai uno solo». Poi il lungo elenco dei cantieri aperti in tutto il Paese a ricordare la fase «ministeriale» di un Salvini al momento più impegnato a visitare scavi che a riscaldare piazze. Perché «con un'alleanza tra donne e uomini del fare e del sì, l'Italia nei prossimi 5 anni potrà vivere una rivoluzione industriale, infrastrutturale, ambientale, economica e lavorativa come quella che hanno vissuto i nostri genitori e nonni nel secondo Dopoguerra.

Come quando hanno realizzato l'Autostrada del Sole: anche lì c'erano i comitati per il no, e anche oggi, ovunque vada, trovo dei nostalgici del no. Ma se sanciamo che Milano è la patria del sì, del fare, del progettare, faremo un grande servizio al Paese». E allora in carrozza.

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