«È inammissibile che ci siano medici che rifiutano il vaccino mettendo a repentaglio la salute dei pazienti. Per questo ho depositato un disegno di legge per rendere obbligatorio il vaccino per il personale sanitario».
Senatrice Licia Ronzulli, come nasce questa proposta?
«Nonostante la massiccia adesione alla campagna di vaccinazione (il 90 per cento), permangono sacche di resistenza tra coloro che hanno deciso di non sottoporsi alla profilassi. In questo modo però rischiano di mettere a repentaglio - essendo potenziali veicoli di trasmissione - la salute di chi si trova in strutture sanitarie per patologie non legate al Covid. Vaccinarsi è doveroso sul piano etico e obbligatorio sul piano deontologico per quelle categorie che hanno come missione quella di proteggere i loro pazienti, i più fragili».
Alcuni avanzano dubbi costituzionali sull'obbligo vaccinale.
«L'articolo 32 della Costituzione tutela la salute anche come interesse della collettività. Tutte le vaccinazioni dei nostri bambini sono obbligatorie: difterite, poliomielite, tetano. E ricordo che se il vaiolo non c'è più è grazie all'obbligo vaccinale».
Quindi per lei, chi non si vaccina non deve lavorare?
«La profilassi deve essere un requisito indispensabile per chiunque operi all'interno dei reparti di strutture sanitarie pubbliche o private e delle residenze per anziani. Diversamente il personale deve essere destinato allo svolgimento di altre mansioni che non implicano il contatto diretto con i pazienti. Non possiamo di certo permetterci fuoco amico. Se hai paura del fuoco non fai il pompiere».
Come le sembra il piano vaccinale del generale Figliuolo?
«Mi sembra un piano di attacco/risposta di tipo militare. Quello che è mancato finora. È chiaro, condiviso, tutti sanno cosa devono fare, emerge il disegno di un Paese interamente coinvolto. L'obiettivo è raggiungere le 500mila somministrazioni giornaliere e vaccinare l'80 per cento della popolazione entro settembre, come chiedeva Forza Italia, utilizzando ogni sede: pubblica, privata, civile, militare».
Ieri lei è stata al presidio vaccinale drive-through di Trenno.
«Luogo di un'eccellente collaborazione tra le Forze Armate, la Regione Lombardia, il Comune di Milano, la Protezione Civile e i volontari. Un presidio davvero snello ed efficace. Le persone non scendono mai dalla macchina e aspettano al massimo 40 minuti. Ieri si effettuavano le vaccinazioni degli insegnanti, ero emozionata, è quello che abbiamo chiesto a gran voce per far tornare i nostri ragazzi tra i banchi in sicurezza. Il vaccino previsto era proprio AstraZeneca e la notizia positiva è che le defezioni quotidiane sono state le stesse di prima dello stop-and-go».
A seguito del suo disegno di legge lei ha ricevuto minacce. C'è chi addirittura è arrivato a evocare la lotta armata.
«Non mi fanno paura le minacce, mi spiace solo dare una preoccupazione ai miei familiari.
Non mi sorprendo certo dei leoni da tastiera, ma purtroppo del fatto che non tutti credono nelle evidenze scientifiche e che qualcuno ha cavalcato queste posizioni addirittura in Parlamento. Il vaccino è l'unica arma per tornare alla normalità. E io continuerò a battermi per questo».
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