
Elon Musk getta nuovamente benzina sul fuoco affermando che gli Usa dovrebbero uscire dalla Nato e lanciando un avvertimento su Starlink. Su X, rispondendo a un utente che gli chiedeva di un eventuale ritiro dall'Alleanza Atlantica, afferma che «dovremmo proprio farlo, poiché non ha senso che l'America paghi per la difesa dell'Europa». E poi torna sulla questione del suo sistema satellitare, avvisando che se lo disattivasse, la prima linea delle forze armate di Kiev crollerebbe. «Ho letteralmente sfidato Vladimir Putin a uno scontro fisico uno contro uno sull'Ucraina, e Starlink è la spina dorsale dell'esercito ucraino - scrive il first buddy - Ciò che mi fa star male sono anni di massacri in una situazione di stallo che Kiev perderà inevitabilmente. Chiunque ha davvero a cuore la questione e rifletta veramente, vuole che questo tritacarne si fermi. Pace adesso».
Parole che hanno innescato un duro botta e risposta con il ministro degli Esteri polacco. Varsavia paga il sistema in Ucraina, e Radoslaw Sikorski replica che potrebbe cercare un'alternativa se la società di Musk si dimostrasse «inaffidabile». «A parte l'etica di minacciare la vittima di un'aggressione, se SpaceX si dimostra un fornitore inaffidabile saremo costretti a cercarne altri», sottolinea, ribadendo che il servizio per Kiev «è pagato dal ministero polacco circa 50 milioni di dollari l'anno». «Stai zitto, ometto. Paghi una piccola parte del costo. E non c'è niente che possa sostituire Starlink», controreplica Musk. Sulla vicenda interviene anche il segretario di Stato Marco Rubio, il quale assicura che «nessuno ha minacciato di tagliare Starlink», poi aggiunge: «Dite grazie perché senza questo sistema Kiev avrebbe perso la guerra molto tempo fa e i russi ora sarebbero al confine con la Polonia». Musk chiarisce: «Non faremo mai una cosa del genere, né la useremmo come merce di scambio».
Rubio ieri è partito per l'Arabia Saudita, dove da oggi a mercoledì a Geddah avrà colloqui col team ucraino, discutendo di come «promuovere l'obiettivo del presidente Donald Trump di porre fine al conflitto». Il tycoon, intanto, torna ad attaccare Volodymyr Zelensky in un'intervista a Fox News, affermando che «ha preso denaro da Joe Biden come caramelle da un bambino, e non credo sia riconoscente». Secondo quanto riportato da Nbc, il comandante in capo ha detto ai suoi consiglieri che la firma dell'accordo sui minerali fra gli Stati Uniti e l'Ucraina non sarà sufficiente a far ripartire gli aiuti e la condivisione di intelligence. Trump vuole vedere un cambio di atteggiamento da parte di Zelensky, qualche passo in avanti verso le elezioni e forse anche verso le sue dimissioni.
Intanto, gli Usa hanno bocciato la proposta canadese di creare una task force per affrontare la «flotta ombra» di petroliere russe. Come riporta l'agenzia Bloomberg il Canada, che detiene la presidenza del G7, l'ha proposta in vista della riunione dei ministri degli Esteri in Quebec nei prossimi giorni. La «flotta ombra» si riferisce alle vecchie petroliere le cui identità sono nascoste per aiutare a eludere le sanzioni economiche occidentali imposte a Mosca da quando ha invaso l'Ucraina.
E i Paesi Ue stanno discutendo piani che consentiranno di effettuare sequestri delle petroliere russe nel Baltico. Nelle trattative per un comunicato congiunto del G7, Washington sta facendo pressione per annacquare il linguaggio, puntando a rimuovere la parola «sanzioni».
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