Dopo Zaporizhzhia un'altra centrale nucleare è finita sotto attacco, quella di Pivdennoukraïnsk, nella regione meridionale di Mykolaiv. Un missile russo è caduto domenica notte a soli 300 metri dai reattori, non ci sono state vittime tra il personale ma l'onda d'urto ha danneggiato gli edifici dell'impianto. «Oltre 100 finestre sono state rotte. Una delle unità idrauliche, che fa parte del complesso energetico dell'Ucraina meridionale, è stata chiusa. Anche tre linee di trasmissione di potenza ad alta tensione sono state disconnesse», ha spiegato Energoatom, la società statale che gestisce le centrali nucleari ucraine.
«Gli atti di terrorismo nucleare minacciano il mondo intero. Devono essere fermati immediatamente per prevenire un nuovo disastro», ha sottolineato l'agenzia statale. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato l'attacco su Telegram: «La Russia mette in pericolo il mondo intero. Dobbiamo fermarla prima che sia troppo tardi». Ma intanto Mosca ieri mattina avrebbe attaccato di nuovo anche Zaporizhzhia, in un'area non lontana dalla centrale nucleare più grande d'Europa. Secondo quanto riferito dal capo dell'amministrazione militare regionale, Oleksandr Starukh, un razzo avrebbe colpito il centro regionale, vicino al fiume Dnipro. Mosca continua però a puntare il dito contro Kiev. Durante una conversazione telefonica con la sua omologa francese Catherine Colonna, infatti, il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha detto che sono le forze ucraine a bombardare l'impianto con «l'uso di armi fornite dai Paesi occidentali» esponendo così «l'Europa al pericolo di una catastrofe nucleare». Lavrov ha enfatizzato poi la «necessità di una cessazione immediata e completa dei bombardamenti sull'impianto e di un'indagine obiettiva sui fatti e i bombardamenti deliberati su questo obiettivo». Una situazione, quella di Zaporizhzhia, «molto preoccupante e molto pericolosa», per la ministra degli Esteri francese. «Il tempo stringe per stabilire una zona di sicurezza», ha detto parlando con i giornalisti a New York a margine dell'Assemblea Generale Onu, spiegando che il presidente francese Emmanuel Macron aprirà un incontro di lavoro sull'argomento domani con il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, Rafael Grossi, e il primo ministro ucraino Denys Shmyhal. Sempre a Zaporizhzhia ieri sono state attaccate le officine di un impianto per la manutenzione dei sistemi missilistici Usa forniti all'Ucraina come parte del pacchetto di assistenza militare occidentale.
Prosegue intanto la controffensiva ucraina nel Donbass, dove la Russia cerca di difendere con ostinazione l'oblast di Lugansk, ma potrebbe non avere le riserve sufficienti e il morale adeguato per resistere agli attacchi di Kiev, che intanto ha ripreso il controllo di un altro villaggio nella regione e distrutto la base dei russi nella città occupata di Kadiivk. Le cose non vanno bene per i russi neanche nell'oblast di Kherson. Qui i soldati di Putin rimasti intrappolati fra l'esercito ucraino e la riva destra del fiume Dnipro stanno cercando di negoziare la resa. «Secondo le nostre informazioni sono demoralizzati, non capiscono il senso di stare al fronte», dice Nataliia Humeniuk, portavoce del comando meridionale ucraino. Pesano per Mosca anche le perdite di mezzi: negli ultimi dieci giorni secondo l'intelligence britannica la Russia avrebbe perso almeno quattro aerei da guerra, portando il numero totale delle perdite presumibilmente a 55 aerei dall'inizio dell'invasione.
Questo, ritengono gli 007 inglesi, perché probabilmente l'aviazione russa sta assumendo rischi maggiori nel tentativo di fornire supporto aereo ravvicinato alle forze di terra russe sotto la pressione dell'offensiva ucraina.
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