Loro sono quattordici ma l'istantanea è sempre la stessa. C'è il sole cocente, dietro un via vai impazzito di persone, camion, ambulanze. Si intravede il passaggio di confine, con la bandiera dell'Egitto che sventola nel cielo limpido. E c'è un deputato dell'opposizione che parla.
Praticamente tutti e quattordici i parlamentari di Pd, M5s e Alleanza Verdi e Sinistra in missione a Rafah, ultimo avamposto egiziano prima della Striscia di Gaza, hanno condiviso sui loro social lo stesso video. C'è Rachele Scarpa, giovane deputata dem, in maglietta e auricolari con il filo. Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, si fa riprendere, spettinato, in maglione grigio sdrucito.
Alle sue spalle un mezzo di soccorso della mezzaluna rossa. Andrea Orlando è in polo scura dentro i pantaloni. Mentre Alessandro Zan sfoggia una barba curata, alternando qua e là qualche primo piano. Laura Boldrini varia. Anche lei è vestita in stile reporter di guerra e dietro mostra tutta la pattuglia che compone la spedizione.
«Ceasefire now!», è il coro che intonano i deputati dell'opposizione davanti al cancello del valico di Rafah. «La porta dell'inferno», spiega Fratoianni. Un inferno anche per tutte le persone appartenenti alla comunità Lgbt. E speriamo che le bandiere arcobaleno portate dalla delegazione non siano soltanto un segnale di pace, ma anche una protesta contro le condizioni in cui vive chi non è eterosessuale nell'inferno di Gaza, da anni governato dai terroristi di Hamas.
Quattordici parlamentari, in viaggio per tre giorni tra Il Cairo e Rafah. Il tutto per ripetere un solo concetto: «Cessate il fuoco». Nessuna proposta concreta per una risoluzione della crisi. Non un accenno ai massacri di Hamas del 7 ottobre. Gli ostaggi presi dai terroristi in Israele e portati nelle catacombe di Gaza svaniscono dalla cronaca della tre giorni dei deputati di Pd, Cinque Stelle, Verdi e Sinistra.
Un reportage così tanto in presa diretta da sembrare un reality. Un viaggio da cui Boldrini torna con un unico risultato concreto: una lettera a Giorgia Meloni. «Abbiamo scritto una lettera alla presidente Meloni per chiederle di venire qui a rendersi conto personalmente di come stanno le cose e adoperarsi per il cessate il fuoco», racconta l'ex presidente della Camera, di ritorno dall'Egitto. Orlando ribadisce il mantra pacifista collegato da treni, autobus e aeroporti: «Cessate il fuoco». Fratoianni appena atterrato se la prende con «i giornali della destra», che «hanno parlato della missione a Rafah come di una gita». Poi provoca: «Sono disposto a organizzare un'altra gita e a fare da guida turistica a Meloni e Tajani».
Per il M5s la punta di diamante del gruppetto, composto da tre parlamentari, è Stefania Ascari. Già nota alle cronache per i suoi rapporti con la Ong presieduta da Mohammed Hannoun, accusato di raccogliere fondi per finanziare Hamas.
Anche Ascari mette in scena il suo reality. La deputata fa una cronaca puntuale di ogni spostamento. Mentre guarda, pensosa, dal finestrino di un bus. Con le onde del mare come sottofondo. E l'immancabile ripresa al valico di Rafah. Uguale alle altre tredici.
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