È possibile puntare a un rendimento del 7% su base annua, ma a due condizioni. In primis avere a disposizione un orizzonte temporale di almeno tre anni e, in secondo luogo, accettare più rischi a breve termine (ovvero le oscillazioni del valore del portafoglio nelle prossime settimane). Detto questo il portafoglio per aspirare al 7% annuo è costituito per il 5% da Etf e fondi obbligazionari societari euro, per il 10% da Etf e fondi high yield euro, per il 10% da Etf monetari in dollari, per il 10% da Etf e fondi high yield Usa, per il 5% da Etf in oro, per il 20% da Etf e fondi obbligazionari Paesi emergenti (di cui la metà in valuta locale e l'altra metà in dollari). Il restante 40% deve essere impiegato tramite un «Pac» in fondi azionari globali internazionali (meglio con versamenti ogni due settimane) da effettuarsi nei prossimi 6-12 mesi. I due «motori« del rendimento del portafoglio sono il «Pac» azionario e l'esposizione ai titoli dei mercati emergenti. Nel primo caso, grazie alla mediazione del prezzo di acquisto, si riesce ad approfittare (come nel 2008 e nel 2011) delle correzioni degli indici per comperare più quote che, nel corso del tempo, grazie al recupero dei mercati, si rivalutano generando dei guadagni.
Le obbligazioni dei mercati emergenti potrebbero invece soffrire nelle prossime settimane con oscillazioni anche ampie di prezzo, ma grazie alle loro cedole generose (5% quelle dei titoli in dollari americani e 6,8% quelle dei titoli in valuta locale), dovrebbero assicurare nei tre anni un congruo ritorno.
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