Molotov sul camper dei rom Nel rogo uccise tre sorelle

In 13 vivevano in un parcheggio. Le vittime di 20, 8 e 4 anni «Noi minacciati», ma gli inquirenti escludono piste razziali

Molotov sul camper dei rom Nel rogo uccise tre sorelle

Avevano messo a dormire i pupazzi, sistemato le brandine al meglio, posizionato il triciclo di plastica rosa tra il volante e il vetro anteriore, per guadagnare spazio. Già, perché vivere in tredici in un camper è dura per chiunque. Ma ieri la «normalità» di una famiglia rom, composta da madre, padre e undici figli, è stata stravolta per sempre dall'incendio, che ha portato via tre di loro. Fiamme di origine dolosa, che hanno spezzato il cuore dei sopravvissuti, lasciando intatto solo il triciclo. Per Elisabeth, 4 anni, Angelica 8 e Francesca, 20 anni, invece, figlie di Romano Halilovic, rom di origine bosniaca, non c'è stato nulla da fare. E non è dato sapere se le tre sorelle si siano rese conto del rogo che le strappa alla vita o siano state rapite dalla morte nel sonno. La Procura indaga per incendio doloso e omicidio volontario, dopo aver sequestrato un video che confermerebbe questa tesi.

La tragedia è avvenuta nella notte tra lunedì e martedì, in via Mario Ugo Guattari, nella zona periferica di Centocelle, all'interno del parcheggio del centro commerciale «Primavera», dove il mezzo stazionava da due mesi. Verso le 3 un boato ha svegliato di colpo gli abitanti della zona. Poi urla disperate. Affacciandosi alla finestra hanno visto il camper che bruciava e hanno chiamato i vigili del fuoco. Quando sono arrivati, madre e padre avevano già fatto uscire parte dei figli e continuavano a darsi da fare per salvarli tutti. Ma l'inferno di fuoco in pochi istanti ha ridotto il veicolo a scheletro di metallo. Poi sono stati estratti i corpi delle tre ragazzine, che dormivano in un punto da dove era impossibile uscire. Gli agenti della Mobile, della Digos, di Tor Pignattara e del Prenestino, giunti nel parcheggio, hanno ascoltato i superstiti, che hanno raccontato di aver subito minacce nei giorni scorsi, mentre la Scientifica, che ha compiuto i rilievi, ha trovato sull'asfalto tracce di liquido infiammabile, frammenti di una bottiglia e un accendino. È apparso subito evidente che non si era trattato di incidente. Lo confermerebbe anche il filmato di una telecamera, posta all'ingresso del centro commerciale, e acquisito su delega del pm Pierfilippo Laviani. Le immagini mostrano una persona che lancia una bottiglia incendiaria verso la parte anteriore del camper e fugge. Da chiarire il movente, forse legato a una vendetta tra rom o allo spaccio di stupefacenti. Meno battuta la pista dell'omicidio a sfondo razziale, nonostante nel quartiere si respiri un clima di intolleranza verso i rom.

«Venerdì sera a via Romolo Balzani è andato a fuoco una roulotte per fortuna vuota», ha raccontata un residente. «Quel camper era qua da più di due mesi - ha spiegato una coppia che abita a via Guattari -. I bambini giocavano per strada, non hanno mai creato problemi». Eppure qualcuno voleva annientare quella famiglia, accampata tra i palazzoni. Romano Halilovic, ascoltato in Questura, si trovava in Italia da tempo e qui sono nati i figli. Ha vissuto nell'accampamento di Salviati, poi in quello de La Barbuta, a Ciampino. In passato aveva avuto problemi con la giustizia e da via Salviati sarebbe stato allontanato dagli stessi parenti, al culmine di alcuni contrasti. Nelle prossime ore sono attesi sviluppi importanti, che potrebbero portare gli inquirenti a chiudere il cerchio. «Chiunque sia stato è un crimine orrendo - ha commentato il Presidente, Sergio Mattarella -. Quando si arriva a uccidere i bambini si arretra al di sotto del genere umano».

Solidarietà anche dal Papa, che ieri ha inviato l'elemosiniere, monsignor Konrad Krajewski, per portare un saluto e un aiuto concreto ai genitori delle giovani vittime. Al posto del camper disintegrato, invece, polvere nera, tre rose rosse e un biglietto: «Carissime amiche, mi sento in colpa pure. Che Dio vi sia vicino».

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