In questi giorni si fa un gran parlare dell'indice di contagio Rt. I valori sono in calo, qualcuno si appiglia a questo dato per vedere uno spiraglio di luce nelle tenebre della crisi del Covid, altri - come il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro - ammettono che il calo dell'indice Rt non si traduce ancora in una decrescita significativa della curva.
Poi arriva Giorgio Parisi, fisico di fama e presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei, che mette in dubbio l'affidabilità dell'indice di riproduzione del virus. Il perché lo spiega nei dettagli in un lungo articolo sull'Huffington Post e lo ribadisce in tv a Mezz'ora in più. «I dati precisi - argomenta Parisi sugli schermi di Rai3 - servono a capire quale è stato l'effetto delle misure attuate nelle singole Regioni. È importante ricostruire quello che è successo. Come Accademia dei Lincei, il nostro progetto è che tutti i dati vengano analizzati da esperti, argomentati e valutati. Il nostro contributo è analizzarli con l'Iss e collaborare con il Cts per valutare gli effetti del virus e le cure».
È facendo questo lavoro che il team del fisico si è reso conto che il calcolo di Rt nelle ultime settimane non è più affidabile e la sua discesa, dunque, è totalmente irrilevante. Anzi, a suo dire, «un sintomo preoccupante delle crepe che si stanno aprendo sul sistema di monitoraggio». All'inizio dell'epidemia i dati che arrivavano e venivano usati per calcolare l'indice di contagio erano precisi, ma dalla seconda metà di ottobre non è più così, perché l'epidemia corre ed è difficile dare informazioni puntuali su un numero di casi così elevato. «I dati che sappiamo e di cui siamo a conoscenza sono solo una piccola quantità. Servono dati dettagliati, non scientifici. Sappiamo quante sono le terapia intensive, ma non quante persone ci entrano e quelle che escono. Quante sono le chiamate ai pronto soccorso regionali? Non sappiamo nemmeno quante persone si sono ammalate nei singoli comuni lombardi. Capisco le difficoltà di fare delle stime, ma il calcolo di Rt dovrebbe rintracciare le persone che si sono ammalate e capire quando si sono ammalate. Va fatto uno sforzo enorme, è normale che ci siano difficoltà visti i numeri», dice Parisi a Lucia Annunziata. Gli indicatori della crescita epidemica sono tantissimi e ciascuno di essi fornisce informazioni diverse, che dovrebbero essere coerenti tra loro. Per il presidente dell'Accademia dei Lincei è «assolutamente necessario usare in maniera combinata i vari indicatori per riuscire ad avere delle stime di Rt affidabili» e rendere tutti i dati pubblici in modo da poter raggiungere il consenso scientifico. Nel suo intervento sull'Huffington Post Parisi accenna al richiamo della commissione Covid-19 dell'Accademia dei Lincei sull'assenza di trasparenza che rende contestabile sul piano scientifico e quindi anche sul piano politico ogni conclusione. E fa un esplicito riferimento alla recente divisione del Paese in tre zone. «Che senso ha - si chiede il fisico - decidere l'apertura o la chiusura delle Regioni basandosi su un numero non affidabile?».
Sarebbe necessaria invece una nuova metodologia per arrivare a calcolare l'indice di contagio con accuratezza per comprendere lo sviluppo
dell'epidemia e capire se le misure di prevenzione adottate finora sono efficaci. Ma per farlo - l'Accademia dei Lincei insegna - bisognerebbe pubblicare tempestivamente tutti i dati e coinvolgere l'intera comunità scientifica.
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