Lo spoil system è incostituzionale. O meglio lo è nelle forme tranchant stabilite dal governo Monti nel 2012. Nel luglio di quell’anno il premier aveva varato un decreto che mandava a casa con effetto immediato una sfilza di dirigenti di prima e seconda fascia. La politica della spending review veniva applicata senza tanti complimenti nel tentativo di far risparmiare lo Stato. Ma ora la Consulta fa tabula rasa di quel provvedimento: a dichiarare guerra a Monti era stato a suo tempo solo Rodolfo Ridolfi, al lavoro per anni al ministero della Funzione pubblica con Renato Brunetta. Solo lui, assistito dall’avvocato Liborio Cataliotti, si era opposto al diktat. Cataliotti aveva sollevato un’eccezione di incostituzionalità al tribunale di Roma.
I giudici l’avevano girata alla Consulta che ora fa a pezzi il provvedimento, perché «incide negativamente sul buon andamento dell’amministrazione e lede in modo irragionevole la tutela dell’affidamento che i lavoratori interessati riponevano sulla naturale durata dell’incarico».Il principio è salvo, ma solo per i vertici. Più in giù non può valere, almeno con quelle modalità.
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