“Classico esempio di quella sinistra tafazzista che si fa male da sola”. Alessandra Moretti, intervistata dal Corriere della Sera, usa le frasi fatte del renzismo per rispondere a Susanna Camusso che aveva invitato ad annullare la scheda alle prossime Regionali.
“Chi invita a votare scheda bianca in Veneto – attacca la candidata del centrosinistra - è come se dicesse di votare per Luca Zaia, il governatore leghista che ha abbandonato al loro destino i lavoratori e le imprese della Regione. Chi dice queste cose è la stessa sinistra che ha fatto cadere il governo Prodi e che ha consentito a Berlusconi di governare per vent’anni”. La Moretti se la prende con quella sinistra autolesionista e “allergica a governare” e poi rivendica di aver costruito “un centrosinistra ampio”, con Sel, i Verdi e “anche un pezzo di Rifondazione comunista”. Tra i suoi candidati c’è anche l’ex segretario della Cgil di Padova e perciò la Moretti è convinta che “i più amareggiati per l’uscita di Camusso siano proprio gli iscritti veneti al suo sindacato”. La sfidante di Zaia, poi, pone la questione sul piano del femminismo e, rivolgendosi alla Camusso, dice: “Spiace che abbia perso l’occasione di sostenere una donna. In altre circostanze aveva dimostrato una diversa sensibilità”. Per vincere punta tutto sullo stretto rapporto con i vertici del Pd e con il premier: “Il messaggio che voglio lanciare – spiega la Moretti - è che con me alla guida della Regione la relazione con il governo sarà molto forte, per rispondere alle esigenze del Veneto. Qui il centrosinistra ha un’occasione storica: strappare una Regione considerata “impossibile”.
E poco importa se il premier ha pronosticato che le Regionali finiranno 6-1 per il centrosinistra: “Conosco Matteo Renzi, - conclude l’ottimista Moretti - non lascia niente a nessuno. E io con lui. Ho abbandonato l’Europarlamento per giocarmi questa partita. E i miei avversari ora hanno paura”.
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