Hezbollah non aspettava altro che un segnale da Gaza. Oppure no, il messaggio è arrivato dagli ayatollah di Teheran, registi tutt'altro che occulti dell'attacco a Israele, e finanziatori del «Partito di Dio» fin dal 1980. Da allora Hezbollah ha portato avanti una sanguinosa e perdurante guerra contro Tel Aviv, a volte sotterranea, altre più esplicita, in nome dell'antisionismo e della cancellazione dello Stato d'Israele. Non è certo un mistero che la superstrada 51 che collega Tiro a Sidone, fin verso il confine a Naqura, sia disseminata da una particolare cartellonistica: quella delle immagini di giovani «martiri» che si sono fatti saltare in aria contro obiettivi israeliani, assieme a gigantografie di Kim Jong-un.
Per ora la situazione al fronte si è sviluppata con un attacco di Hezbollah, la risposta israeliana e 2 feriti lievi, ma l'impressione è che si sia liberato un refolo di vento in attesa della tempesta. I miliziani del Partito di Dio stanno chiamando a raccolta rinforzi, e i loro comandanti non parlano solo di sostegno alla Palestina, ma, si legge su alcuni canali Telegram, di «guerra fino all'ultimo respiro contro i sionisti». Nel dettaglio della giornata, soldati e carri armati israeliani si sono schierati nella minuscola località di Metulla, nel nord di Israele, al confine con il Libano. Hezbollah ha affermato di aver preso di mira tre siti militari israeliani nelle «fattorie di Sheeba», la regione contesa di Mount Dov, con un gran numero di proiettili di artiglieria e missili guidati, e ha aggiunto di aver effettuato gli attacchi «in solidarietà con la resistenza e il popolo palestinese» all'indomani del grande attacco di Hamas.
Secondo le forze di difesa israeliane non ci sono stati feriti e l'esercito ha risposto con assalti di artiglieria e droni sul versante libanese. Il portavoce militare israeliano, Richard Hecht, ha precisato che Israele «è pronto» a rispondere agli attacchi dal Libano, ma non ha per ora discusso piani per una eventuale azione via terra. I residenti israeliani delle comunità al confine settentrionale sono stati avvertiti di evacuare l'area per timori di una possibile escalation con i miliziani che si trovano in zona. Nel pomeriggio un proiettile di artiglieria sparato da Israele ha colpito una zona agricola in territorio libanese lungo la Linea Blu di demarcazione tra i due Paesi. Lo riferisce la tv Al Manar, organo ufficiale del partito armato sciita libanese. Il bombardamento ha colpito la zona di Khreibe, nel distretto di Rashaya al Fukhar.
«La risposta è stata contenuta e studiata e si è concentrata su zone agricole e boschive disabitate», si apprende dal notiziario. Il comandante Imad Mughniyeh, in rappresentanza degli Hezbollah presenti nell'area di Kfar Shuba, poco lontano dalle contese Fattorie di Shebaa, ha affermato che «la situazione ora è molto calma, si sente solo il ronzio degli aerei spia e dei droni israeliani sopra le nostre teste. La reazione del nemico indica che per il momento non intende aprire una guerra nel fronte nord». In un secondo momento, sempre dal canale ufficiale, ha esortato i suoi miliziani e quelli palestinesi a non fare sconti: «Il momento è propizio, la resistenza contro il nemico sionista sarà vittoriosa. Allah guiderà i nostri missili e i nostri proiettili contro gli infedeli».
Unifil, la forza di mantenimento della pace delle Nazioni Unite, dispiegata lungo il confine meridionale del Libano, ha invitato «tutti a dare prova di moderazione» e a utilizzare i «meccanismi di collegamento e coordinamento per allentare la tensione» e prevenire un rapido deterioramento dello status di sicurezza. Il portavoce Andrea Tenenti ha affermato di essere in contatto con le autorità su entrambi i lati del confine a tutti i livelli «per contenere la situazione ed evitare un'escalation più grave».
In serata a gettare invece benzina sul fuoco ci ha pensato Mohammad Yazbek, il leader spirituale di Hezbollah, che ha incitato Iran, Hamas e i suoi guerriglieri a unirsi «in una crociata contro i sionisti, l'Occidente e gli Stati Uniti. La linea rossa è stata ampiamente attraversata».
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