"Ora ha un disegno preciso..." Dibba e il piano per l'Italexit

"Ormai da settimane Dibba sta provando a spingere i fuoriusciti del Movimento verso Italexit di Paragone", rivela a ilGiornale.it una fonte parlamentare grillina

"Ora ha un disegno preciso..." Dibba e il piano per l'Italexit

“La nuova povertà prospera, ahimè, nella classe media: la classe più colpita degli ultimi 30 anni. Lavoratori perbene diventano 'soggetti non bancabili'. In tutto ciò il 'governo dei migliori' accumula indecorosi ritardi sui ristori". Alessandro Di Battista lancia la sua ultima bordata contro il governo Draghi dal suo profilo Facebook in cui rimarca come a "20 giorni dal giuramento dei Ministri il decreto sugli indennizzi ancora non si vede".

"Strano Paese il nostro. Fanno più notizia i cambi d'abito di Sanremo che i lavoratori che si ammazzano", chiosa l'ex esponente M5S nella sua ultima invettiva. Ma 'Dibba' sin dalla nascita del nuovo governo non ha mai lesinato critiche sia al premier Mario Draghi sia ai suoi ex compagni del M5S. "Ormai da settimane Dibba sta provando a spingere i fuoriusciti del Movimento verso Italexit di Paragone", rivela a ilGiornale.it una fonte parlamentare grillina. Il contenitore dell'ex senatore 5 stelle sembra effettivamente quello ideale per i più nostalgici grillini rimasti fermi all'antieuropeismo. "Di Battista questo lo sa, e non è rimasto 'orfano del Movimento' a caso: il suo è un disegno preciso, scaturito da tentativi di entrare al governo non andati a buon fine", continua la fonte a taccuini chiusi. "Dibba aveva intavolato una trattativa persino con un interlocutore inimmaginabile per uno come lui (o meglio, come vuole apparire lui: duro e puro). Ma duro e puro de che? È andato a parlare con la Polverini per fare il ministro. Il ministro di un governo che dentro avrebbe avuto anche Forza Italia, dopo tutto quello che ha detto contro Berlusconi e i suoi". La rivelazione choc continua: "Questa trattativa avrebbe portato alla nascita di un Conte ter con dentro i forzisti. Anche se ha sempre urlato ai quattro venti quanto gli fanno schifo".

Urla che sono simbolicamente riecheggiate pochi giorni fa sul profilo Instagram di Di Battista che, rispondendo a un follower, ha precisato che non tornerebbe nel M5S neanche nel caso in cui a guidarlo fosse l'ex premier: "Rispetto totale per Conte. Ma io ho lasciato il M5S non per l'assenza (in quel momento) di Conte. Ma per la presenza al governo con Draghi, PD, Berlusconi, Salvini, Bonino, Brunetta, Gelmini etc, etc". Parole molto nette che, però, stridono con le ambizioni governiste che Di Battista, a detta anche di alcuni deputati grillini di primo pelo, sembrava avere fino a non poche settimane fa. "Ma perché, non sapevate che Di Battista a un certo punto faceva di tutto per entrare nel governo? Sarebbe stato disposto anche a stare fianco a fianco con l'odiatissima Boschi pur di fare il ministro", ci dicono. "Berlusconi, Renzi, si sarebbe fatto piacere pure Pinco Pallo per entrare in scena con una poltrona che conta. Lo sanno anche i muri ormai", conferma una senatrice grillina.

Che prosegue: "Negli ultimi tempi ha realizzato che la sua audience politica inizia a evaporare perché sta fuori dai giochi, quindi ha provato ad ogni costo a inserirsi nello scenario con un ruolo politico". Adesso che tutti i tentativi sono falliti, rimane l'ultima spiaggia Italexit. Se i nostralgici grillini gli daranno retta, si vedrà.

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