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Musumeci rilancia. "È il Viminale che è fuorilegge. Vado in procura"

Il governatore: i centri sono dei lager, c'è sovraffollamento. Poi sfida l'esecutivo e difende la legittimità della sua ordinanza: "È emergenza sanitaria"

Musumeci rilancia. "È il Viminale che è fuorilegge. Vado in procura"

«Aspettiamo la mezzanotte: se i soggetti che sono chiamati a dare attuazione alla mia ordinanza non dovessero farlo a noi rimane solo una strada: rivolgerci alla magistratura. Ci troveremmo di fronte a una palese omissione, con tutto quello che determinerebbe in un contesto di epidemia».

Il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, ieri in conferenza stampa non ha usato mezzi termini. Insieme all'assessore siciliano alla Salute Ruggero Razza ha spiegato il perché della sua decisione di espellere dal territorio dell'isola tutti i clandestini presenti negli hotspot e nei centri di accoglienza. Per il Viminale l'ordinanza di Musumeci avrebbe valore nullo, poiché la competenza in materia di immigrazione competerebbe allo Stato e non alle Regioni. «Serve il buonsenso - ha proseguito il governatore - , qui nessuno vuole la guerra tra le istituzioni. Qui in Sicilia l'assenza dello Stato è uno dei problemi. Se il governo dovesse impugnare l'ordinanza, fino a ora non l'ha fatto, faremo valere le nostre ragioni nelle sedi opportune». E ha puntualizzato: «Se invece l'esecutivo dovesse venire incontro alla nostra legittima richiesta può chiederci 2, 5, 8 giorni di tempo per ricollocare i migranti e mettere i sigilli negli hotspot e in tutti centri di accoglienza (se non lo fa lo faremo noi - dell'isola con buona pace di un certo buonismo ipocrita: cosi chiudiamo una pagina indecorosa, perché la gente non ne può più». Ha quindi chiarito: «Invece di rispondere con atti concreti sull'emergenza immigrazione, il governo centrale trova la soluzione: creiamo campi di concentramento, che chiamano tendopoli in un deposito militare a Vizzini, abbandonato da anni. Ci troviamo con tende che ci ricordano luoghi e scene da dimenticare assolutamente».

Insomma, Musumeci va avanti: «I numeri sugli sbarchi in Sicilia sono impressionanti: solo a luglio sono arrivati 7.067 migranti; a metà agosto, oltre 3mila arrivi. Lo scorso anno nell'intero mese di agosto i migranti sono stati in totale 1.268; a luglio, 1.088». Il presidente della Regione Siciliana ha specificato di essere «soggetto attuatore per l'emergenza Covid-19: ho il diritto e dovere - ha spiegato - di agire per ciò che avviene dentro e fuori gli hotspot? A meno che non siano zona franca, come le ambasciate. Noi ci stiamo occupando di emergenza sanitaria, non di migranti. Non ci interessa chi c'è lì dentro, ma le condizioni in cui stanno queste persone. Se la competenza sanitaria è dello Stato, allora lo Stato è fuorilegge». Ieri sui social, rispondendo alle polemiche di chi lo criticava, non ha dimenticato di scrivere: «C'è chi parla di codicilli, di ordinanza legittima o nulla. Intanto, la notte scorsa si sono confermati 58 positivi a Lampedusa. E altri tamponi arriveranno in giornata per l'esito, al secondo controllo che ho disposto. Ulteriore dimostrazione - ha continuato - che la mia ordinanza interviene su materia sanitaria e non sulla politica migratoria. Dal Viminale attendiamo risposte, non altro».

A dare addosso a Musumeci ieri anche Gad Lerner, che su Twitter lo ha definito «fascista». Il governatore non ha tardato a rispondere: «È razzista, caro Lerner, chi pensa di ammassare migliaia di persone in condizioni disumane. Faccio il mio dovere di presidente. E mi aspetto che il governo centrale faccia la sua parte"»

Contro Musumeci anche la Caritas Diocesana e l'Ufficio Migrantes di Palermo che esprimono forte preoccupazione per l'ordinanza che definiscono «disumana».

Un plauso al presidente arriva invece de Mariastella Gelmini (Fi): «Se perfino alcune Ong affermano che in Sicilia la situazione dei migranti è al collasso e che tutte le strutture e gli hotspot sono ben oltre la capienza, è evidente che Musumeci ha ragione e il governo ha torto. Servono fatti concreti a tutela della salute di tutti: la Sicilia non può essere lasciata sola».

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