Roma - Sui mutui il governo innesta la retromarcia, ma rischia di andare a sbattere. Ieri l'okkupazione della commissione Finanze della Camera da parte del Movimento 5 Stelle (#lacasanonsitocca lo slogan) e la successiva protesta in Aula dei grillini durante il question time, hanno indotto il Pd allo stop sul decreto legislativo della direttiva comunitaria che prevede il trasferimento immediato del bene in garanzia (la casa) alle banche quando i clienti non ottemperano al pagamento delle rate.La commissione Finanze della Camera, infatti, avrebbe dovuto esprimere il parere sul decreto, ma la gazzarra pentastellata ha indotto l'esecutivo a una pausa di riflessione. Nella sala riservata al governo a Montecitorio i viceministri dell'Economia Enrico Morando ed Enrico Zanetti si sono riuniti in conciliabolo con lo stato maggiore del Pd e hanno deciso il rinvio alla settimana prossima.
A cercare di calmare gli animi è stato Zanetti. Il governo «è disponibilissimo» ad apportare correzioni, ha detto annunciando il via libera a emendamenti che tutelerebbero maggiormente i consumatori. «Bisogna chiarire che le nuove norme non sono retroattive», ha precisato di fatto anticipando che il contratto di mutuo non sarà modificabile «successivamente», come invece si legge nel testo del decreto. Zanetti ha poi specificato che la nomina del perito, che sarà incaricato di valutare l'immobile prima che venga messo all'asta, «dovrà essere super partes» lasciando intendere che saranno nominati dai tribunali e non dalle banche. Infine il viceministro ha anticipato che sarà proposta una modifica al Testo unico bancario che prevede l'avvio della procedura esecutiva dopo sette rate non pagate, anche non consecutive. In pratica, sarà introdotto «un riferimento ad archi temporali».
Il malcontento, però, non si placa. «Così si annulla il decreto Bersani», hanno commentato gli ex grillini di Alternativa libera. Limitando la possibilità di «esproprio» ai nuovi contratti, si renderà più difficile la portabilità dei mutui. A fronte di un tasso meno elevato, infatti, si rischierebbe di perdere l'immobile a causa delle nuove regole. Probabile, perciò, che molti decidano di non rinegoziare.«Chi è in già forte difficoltà non deve essere vittima di norme ancora più semplici e automatiche che lo sbatterebbero in mezzo a una strada», ha commentato Maurizio Gasparri (Fi). «Uno Stato che si ritiene civile e solidale non può che stare dalla parte dei più deboli e non dei più forti», gli ha fatto eco il senatore azzurro Michele Boccardi.
«Non molliamo la presa nemmeno di un millimetro», ha dichiarato il gruppo grillino alla Camera. Fratelli d'Italia oggi organizzerà un sit-in di protesta a piazza Montecitorio cui parteciperà Giorgia Meloni che ha annunciato ricorsi alla Consulta contro la norma in tutte le Regioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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