La Nato avverte i talebani: lasciate partire gli afghani

Il segretario Stoltenberg: tutti gli stranieri e chi vuole espatriare devono arrivare all'aeroporto in sicurezza

La Nato avverte i talebani: lasciate partire gli afghani

La «priorità immediata della Nato», adesso, è una sola: riuscire a portar via da Kabul chi deve essere messo in salvo, e continuare a far funzionare l'aeroporto della capitale afghana.

A spiegarlo è Jens Stoltenberg, segretario generale dell'Alleanza, nella conferenza stampa che ha seguito, ieri pomeriggio, la riunione straordinaria dei ministri degli Esteri Nato a Bruxelles (per la maggior parte collegati in remoto), convocata per affrontare l'emergenza afghana. «La situazione in loco rimane difficile e non prevedibile, e la sfida principale che stiamo affrontando è quella di assicurare alle persone di poter raggiungere l'aeroporto. Ci aspettiamo che i Talebani garantiscano il passaggio sicuro a tutti gli stranieri e gli afghani che vogliono lasciare il paese», ha detto Stoltenberg. Da Kabul sono già decollate 18mila persone, ma molte altre migliaia cercano di partire. Nella dichiarazione finale congiunta, i rappresentanti dei governi Nato avvertono i Talebani: «Negli ultimi 20 anni abbiamo impedito con successo ai terroristi di trovare rifugio in Afghanistan, e da lì attaccare. Non permetteremo che tornino a minacciarci». Lo stesso Stoltenberg, pochi giorni fa, aveva sottolineato che la Nato ha «la capacità di colpire i gruppi terroristi anche a distanza».

Quanto ai rapporti con i nuovi e violenti padroni del paese, Stoltemberg invita a fare una netta distinzione tra i contatti «tattici» necessari per consentire le evacuazioni e il riconoscimento del movimento islamista, che dipenderà «dal loro comportamento», e dalla fine immediata delle loro violenze.

Le critiche agli Usa per il loro ritiro precipitoso e unilaterale non devono comunque incrinare la solidarietà interna all'Alleanza: bisogna «restare uniti» perché «il cambiamento degli equilibri mondiali di potere, le azioni aggressive della Russia e l'espansione della Cina rendono sempre più importante il mantenimento di un forte legame transatlantico tra Ue e Usa». Diversi membri Nato, nella riunione, hanno sollecitato gli Usa a mantenere una forte presenza militare anche oltre il 31 agosto, per rendere possibile le evacuazioni.

Alla riunione era presente anche il titolare della Farnesina Luigi Di Maio, che in mattinata a Roma aveva riferito al Copasir sulla situazione afghana e sulle iniziative in vista del prossimo G20 in Italia. Nel suo intervento ha affermato che la «riflessione interna» annunciata da Stoltenberg, per analizzare errori e risultati di vent'anni di missione in Afghanistan, è «urgente e importante», e deve essere «basata sul riconoscimento delle nostre responsabilità su ciò che è andato storto, ma anche sulla consapevolezza di non essere stati lì invano». E dal ministro degli Esteri grillino, un tempo feroce oppositore di qualsiasi invio di truppe fuori dai confini patri, viene una vera e propria apologia dell'intervento: «Dobbiamo essere chiari: abbiamo combattuto a lungo per ampliare la gamma delle libertà e dei diritti fondamentali di tutti gli afghani, e la maggior parte di loro ne ha beneficiato, giorno dopo giorno, per quasi venti anni».

Ora la Nato deve lavorare unita per garantire che «i diritti fondamentali, in particolare delle donne e delle minoranze, per i quali ci siamo battuti, non vengano annullati», e perché il paese «non diventi ancora una volta terreno fertile per il terrorismo», collaborando con «tutte le parti interessate, come Pakistan, Russia e Cina».

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