La morte di un bambino di sei mesi al largo della Libia è una tragedia per tutti, ma la colpa non è dei soccorsi, che in realtà non sono mancati, bensì dei trafficanti di uomini. I criminali che l'hanno imbarcato con la madre e altri cento migranti su un gommone fatiscente. E che spesso aumentano le partenze assassine se vedono con una banale app, che è in zona una nave delle Ong.
Nave Open arms, dell'omonima Ong spagnola, era partita pochi giorni fa, dopo il via libera della magistratura di Ragusa, che ha deciso il non luogo a procedere, per comandate e capo missione di un precedente sbarco di migranti in Italia. Martedì aveva intercettato il primo gommone partito dalla Libia con 80 persone nelle acque di Tripoli.
Negli ultimi giorni, in concomitanza con il mare buono e l'arrivo di Open Arms i trafficanti hanno accelerato le partenze. Altri gommoni, alcuni in pessime condizioni, sono stati messi in mare senza scrupoli. Ieri, nonostante le ripetute critiche, proprio un aereo di Frontex, l'agenzia europea per le frontiere, ha avvistato uno dei gommoni in difficoltà a 30 miglia da Sabrata. E ha indirizzato Open arms sul posto non essendoci altri mezzi di soccorso vicini. Gli spagnoli sono arrivati e durante la distribuzione dei giubbotti di salvataggio il fondo del gommone, già marcio in partenza, ha ceduto facendo cadere in mare un centinaio di persone comprese donne e bambini. Il neonato, Joseph, della Guinea, secondo quanto reso noto da Open Arms che in un primo tempo aveva parlato di una bambina, è stato portato a bordo della nave in condizioni disperate e non ce l'ha fatta, come altri 5 migranti.
Nonostante le accuse di Open arms sui mancati soccorsi, la Guardia costiera ha lanciato dalla Sicilia un elicottero per effettuare nella notte l'evacuazione medica di quattro migranti in gravi condizioni, compreso un bambino, due mamme oltre al neonato senza vita. In attesa dell'elicottero Open arms ha raccolto i migranti di un terzo gommone. Sulla nave si contano 275 migranti, che la Ong chiede, ovviamente, di sbarcare in Italia.
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