"Negoziato difficile perché coinvolge l'America"

L'analista geopolitico Nima Baheli: "L'Iran ha usato spesso la strategia degli ostaggi"

"Negoziato difficile perché coinvolge l'America"
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«È probabile che Cecilia Sala sia stata arrestata per realizzare uno scambio con un iraniano fermato a Malpensa nei giorni scorsi. Ma il negoziato per la sua liberazione è complicato perché ne sono parte anche gli Stati Uniti». A sostenerlo è Nima Baheli, analista geopolitico specializzato in Iran, che collabora anche con Limes e Ispi.

Dottor Baheli, perché Cecilia Sala è stata fermata?

«Credo che l'arresto sia da addebitarsi al fatto che pochi giorni prima Mohammad Abedini, un cittadino iraniano residente a Losanna, era stato fermato all'aeroporto di Malpensa con l'accusa di fornire materiale per la costruzione di droni ai Pasdaran. È quindi probabile che l'Iran abbia fermato la Sala per cercare di fare uno scambio. Questa strategia non è nuova. Nel 2023 ad esempio Teheran ha rilasciato cinque ostaggi americani in cambio di cinque iraniani e dello sblocco di 6 miliardi di dollari iraniani in Corea del Sud (azione che venne fortemente criticata dal presidente Trump). Oppure nell'ultimo anno nel 2024 c'è stato il rilascio di un diplomatico svedese in cambio di Hamid Nouri, uno dei protagonisti degli omicidi di massa del 1988».

Con la vittoria di Masoud Pezeshkian cosa è cambiato?

«La sua elezione è stato un tentativo da parte della Guida Suprema di presentare una faccia più dialogante nei confronti dell'Occidente. Lo stesso Pezeshkian ha messo all'interno del suo gabinetto vari personaggi che erano stati tra i principali firmatari dell'accordo sul nucleare».

Dopo il conflitto con Israele come ne è uscita la Repubblica islamica?

«L'Iran ha cercato sempre di usare la strategia della deterrenza attraverso i suoi proxy regionali per portare avanti una guerra fredda a bassa intensità. In seguito all'attacco di Hamas del 7 ottobre però è stato costretto a uno scontro sempre più diretto e ciò ha ridotto la sua capacità di deterrenza. Questo ha comportato la decapitazione di Hezbollah e il crollo del regime di Assad a favore di un governo filoturco e anti-iraniano che ha indebolito a sua volta l'Asse della Resistenza iraniana».

In che condizioni si vive nel carcere di Evin?

«Evin da molti è chiamata l'università, perché all'interno c'è un'altissima percentuale di intellettuali detenuti in condizioni precarie. Tuttavia, gli stranieri sono trattati meglio».

Come andranno le trattative per liberare Sala?

«I giocatori della partita non sono solo l'Italia e l'Iran, ma hanno un ruolo anche gli Usa. Ci sono 45 giorni di tempo per l'estradizione di Mohammad Abedini e bisognerà capire se il governo Biden farà un gesto di buona volontà nei confronti dell'esecutivo Meloni non chiedendo l'estradizione, oppure la chiederà, oppure ancora lascerà la questione all'amministrazione Trump, il quale però ha avuto sempre un atteggiamento molto assertivo nei confronti di Teheran».

Il movimento Donna, Vita, Libertà ha avuto una battuta

d'arresto?

«Il presidente Pezeshkian alla luce della forte crisi, ha cercato di non far passare un ulteriore inasprimento della legge sull'hijab. Bisognerà capire quanto questo suo atteggiamento sia tattico o strategico».

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