Nei guai pure l'amico dj che dormì da La Russa. Identificato e indagato "Tommy il londinese"

Il suo vero nome non è "Nico" e avrebbe avuto un rapporto con la ragazza

Nei guai pure l'amico dj che dormì da La Russa. Identificato e indagato "Tommy il londinese"
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Il secondo uomo? Non era «Nico» ma Tommy Gilardoni, uno dei tre dj che si sono alternati la sera del 18 maggio alla console dell'Apophis, il locale milanese dove Leonardo Apache La Russa quella sera incontrò la ex compagna di scuola 22enne che, poi, lo ha denunciato per violenza sessuale. La presunta vittima ha raccontato di essersi svegliata il mattino dopo nella casa milanese dei La Russa insieme a Leonardo, senza ricordare nulla di quanto fosse successo dopo l'incontro in discoteca. E proprio il figlio del presidente del Senato le avrebbe raccontato, a quel punto, che erano arrivati lì insieme, e che nella notte la ragazza aveva avuto un rapporto sessuale con lui e pure con un amico, un dj, che si era fermato a dormire nella stessa casa ma in un'altra stanza. «Mi confermò che sia lui e sia il suo amico avevano avuto un rapporto con me a mia insaputa», scrive la 22enne nella denuncia. Solo che la ragazza non sapeva altro del secondo uomo, a parte quel nome, Nico. Un dettaglio importante, ma che la polizia, ieri, ha scoperto essere sbagliato. Il ragazzo ospite di Leonardo, quella notte, era stato uno dei tre protagonisti del dj set, Tommy, classe 1999, nato a Como ma attivo a Londra, dove lavora come dj in diversi club. Gli investigatori, coordinati dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella e dalla pm Rosaria Stagnaro, sono stati inizialmente depistati dal falso nome. Non risultavano possibili amici di nome «Nico» tra gli ospiti di Leonardo, ma gli agenti alla fine sono comunque riusciti a identificare il ragazzo, che ora sarebbe già divenuto il secondo indagato dell'inchiesta, anche se la presunta vittima aveva denunciato solo il figlio del presidente del Senato. Si tratta di un atto a garanzia del giovane, spiegano dalla procura. Al momento Gilardoni è coinvolto nell'accusa di violenza solo per il racconto de relato di Leonardo Apache, come del resto lo stesso La Russa jr poiché la presunta vittima per sua stessa ammissione non ricorda gli eventi. L'identità del dj presente nella notte milanese era stata anticipata dalla Verità, che aveva anche intervistato l'avvocato di un altro dei tre dj della serata all'Apophis. Questi aveva rivelato come anche il suo cliente fosse stato invitato, al termine dell'evento, a passare la notte a casa La Russa, declinando poiché era già ospite di un suo amico.

È un passo avanti nella ricostruzione degli eventi di quella notte, notte della quale la presunta vittima dice di conservare «ricordi vaghi in quanto drogata».

«L'unico dato certo che posso riferire è che Leonardo mi ha dato un drink - quello che un'amica della vittima avrebbe a posteriori suggerito potesse contenere droghe - e mi ha portato a casa sua, senza che io fossi nelle condizioni tali da poter scegliere», ha spiegato la 22enne. Lo stupro, secondo lei, lo avrebbe ammesso lo stesso Leonardo Apache. Che, pur confermando di aver avuto un rapporto sessuale con la ragazza, sostiene invece che fosse consensuale.

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