Per ora restiamo nel governo, ma ai prossimi passi falsi siamo pronti a farci da parte. In sostanza è questo il ragionamento che in molti fanno all'interno del Movimento 5 Stelle, dopo la riforma della giustizia partorita in Consiglio dei ministri che ha scontentato la stragrande maggioranza degli eletti pentastellati. Così il M5S piomba nuovamente nel caos totale: oltre al braccio di ferro tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, ora si è inserita anche la concreta possibilità che i grillini possano sfilarsi dall'attuale governo. Più di qualcuno in queste ore ha espresso malcontento e avanzato l'ipotesi di uscire dall'esecutivo, ma si tratta di uno scenario che non può essere messo in atto nel giro di poche ore. Sicuramente l'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari di oggi pomeriggio alle 16.45, alla presenza dei ministri gialli, sarà fondamentale per vedere se emergeranno profonde e irrimediabili spaccature.
Il M5S uscirà dal governo?
L'ex presidente del Consiglio viene descritto determinato a dare battaglia in Parlamento contro la mediazione raggiunta con il ministro della Giustizia Marta Cartabia. Un esponente di peso è convinto che Giuseppi, se diventerà leader del M5S, "scatenerà la terza guerra mondiale" perché reputa "un vero disastro" il nuovo processo penale. Per il momento l'intenzione è quella di restare a sostegno del governo: "Giuseppe non vuole abbandonare la maggioranza". Non sarà però un appoggio in bianco, illimitato e a tempo indeterminato: andranno rispettate condizioni ben precise, tra cui quella di riconoscere i principi storici del Movimento. "Ma se Draghi continuerà a schiaffeggiare il Movimento, i suoi valori e le sue istanze, sarà lui a spingerci fuori...", dice chi è vicino a Conte.
A far ribollire gli animi è stata l'indiscrezione lanciata da Il Fatto Quotidiano, secondo cui ci sarebbe stata una telefonata tra l'attuale premier e Beppe Grillo. Una fonte parlamentare a stretto contatto con l'avvocato la giudica "una cosa che non doveva assolutamente fare, ben sapendo che il Movimento proprio in questi giorni sta discutendo sul ruolo del capo politico". Insomma, una "grave scorrettezza". L'accusa che rimbalza nei confronti di Draghi è che "si è approfittato delle nostre difficoltà". Senza risparmiare critiche ai ministri in quota M5S (qualcuno addirittura starebbe chiedendo di sostituirli): "Quando i nostri ministri si sono sentiti dire da Draghi che se non dicevano di sì alla riforma della prescrizione lui si sarebbe dimesso, Di Maio, Patuanelli, Dadone e D'Incà si sono spaventati e si sono piegati".
La trattativa Conte-Grillo
Nel frattempo la trattativa tra Conte e Grillo va avanti. Da una parte c'è chi fa filtrare ottimismo, dall'altra si parla di negatività e di posizioni inconciliabili. Stando a quanto riportato da Il Messaggero, ora il comico genovese sarebbe disposto a superare la diarchia e a concedere autonomia al leader in tema di nomine, comunicazione, politica estera e linea politica. Il caos sulla riforma della giustizia, riferisce uno dei sette componenti del comitato per la pace, "ha convinto tutti che serva al più presto una leadership chiara". Viene fatto notare che ormai Grillo sta "riconoscendo un ruolo pieno e autonomo al capo politico". La sensazione è che si vada "verso un accordo", escludendo scenari duri: "Lo scontro sta rientrando. La scissione non ci sarà".
Dunque il garante avrebbe "compreso che non può più accadere ciò che è successo giovedì, quando Draghi l'ha chiamato chiedendo di intervenire sconfessando il capo politico in pectore del Movimento".
Ma siamo sicuri che la stretta di mano sia così in discesa e ormai a un passo? È proprio certo che il divorzio è stato scongiurato? A giorni dovrebbe arrivare il responso. Ma l'assemblea di oggi pomeriggio sarà un crocevia cruciale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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