Netanyahu chiama il Cav: "Alleati"

La telefonata del premier israeliano punta a consolidare le relazioni con l'Italia

Netanyahu chiama il Cav: "Alleati"

«Caro Silvio». Benjamin Netanyahu non vuole lasciare l'Italia senza una telefonata al vecchio amico Berlusconi e venerdì sera lo chiama, dopo l'incontro ufficiale a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni.

Una chiacchierata «molto cordiale», come la definisce l'ambasciata israeliana a Roma, soprattutto «l'occasione per ribadire la storica e profonda amicizia tra i due leader e la loro volontà di continuare a lavorare insieme per rafforzare, ancora di più, le relazioni tra Italia e Israele».

Quella tra il presidente di Forza Italia e il primo ministro israeliano è un'amicizia storica e ora che il partito del Cavaliere è tornato al governo, Bibi conta di avere una sponda negli azzurri.

Il falco del Likud, che appare impermeabile alle contestazioni in casa sua per la controversa riforma della giustizia, riannoda i legami con il centrodestra guidato da Giorgia Meloni, forte anche della concreta possibilità offerta all'Italia di ridurre la dipendenza dal gas della Russia di Vladimir Putin.

D'altra parte, preme per ottenere quello che la destra israeliana considera un obiettivo irrinunciabile. «Credo - ha detto Netanyahu a Repubblica - sia venuto il momento per Roma di riconoscere Gerusalemme come capitale ancestrale del popolo ebraico».

Su questa linea ha ottenuto già il «sì» della Lega. Il vicepremier Matteo Salvini, con il quale pure ha avuto una cordiale telefonata venerdì, quattro giorni fa si è buttato avanti, ribadendo quel che aveva già detto in passato quando era solo leader del Carroccio: «Dico convintamente si a Gerusalemme capitale di Israele».

È la linea dell'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, non condivisa da Meloni e sulla quale anche Berlusconi è ben più cauto dell'alleato leghista. Infatti alla dichiarazione di Salvini è seguito il silenzio da Palazzo Chigi, mentre la Farnesina tre giorni fa ha dovuto precisare che il governo «non ha in programma lo spostamento dell'ambasciata italiana in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme».

Proprio ieri il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri azzurro Antonio Tajani è stato ricevuto dal presidente di Israele Isaac Herzog a Gerusalemme e non si è sbilanciato sul delicato tema, ponendo invece l'accento su altro. «Con Israele ci lega un profondo sentimento di amicizia. Questa missione servirà anche a rafforzare la cooperazione politica, economica, scientifica e culturale. Ringrazio il Presidente Herzog per il nostro incontro a Gerusalemme», ha scritto Tajani su Twitter postando alcune foto dell'incontro. Prima di lui era andato in Israele il presidente del Senato Ignazio La Russa, esponente di FdI, ed è chiaro che si stanno rafforzando i rapporti economici e politici tra i due Paesi.

In questo quadro Netanyahu intende riallacciare un antico rapporto con Berlusconi, che in occasione della sua visita in Italia del 2009 quando era premier, definì «campione di pace, sicurezza e libertà».

Non si sa esattamente che cosa i due leader si siano detti nella

telefonata, anche se ad Arcore assicurano che non si è parlato di Gerusalemme capitale, l'atteggiamento del Cavaliere, però, appare improntato alla massima prudenza. Per lui, parla con parole e fatti, il titolare della Farnesina.

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