«È una questione di meritocrazia. È mai possibile che amministratori di società strategiche debbano guadagnare 50mila euro? È possibile che il presidente di Sicilia e-Servizi debba guadagnare meno di un fattorino?».
Ipse dixit , così parlò a luglio il governatore di Sicilia Rosario Crocetta, quando impazzava la polemica visto che voleva limitare (il tentativo poi fallì) gli effetti della legge regionale sul tetto degli stipendi, escludendo alcune società strategiche come quella, Sicilia e-Servizi, al cui vertice aveva piazzato l'ex pm amico Antonio Ingroia, rimasto disoccupato causa flop politico. Meno di un fattorino no. Ma oltre 200mila euro forse nemmeno. Ed invece, secondo il settimanale L'Espresso in edicola questa settimana, la busta paga dell'ex procuratore aggiunto, per l'anno 2014, ammonterebbe a 201.982 euro, spicciolo più spicciolo meno. In violazione di tutte le regole, anche di quelle del buon senso, visto che la Sicilia ha appena acceso l'ennesimo mutuo che significherà per i cittadini tasse al top per anni e anni, e che, lo dice il suo assessore all'Economia, sta precipitando nel baratro.
Un trattamento ad personam , quello che Crocetta ha riservato al suo ex pm preferito. A cominciare dalla leggina che l'estate scorsa, nella finanziaria numero tre, voleva escludere Sicilia e-Servizi e altre tre società «strategiche» dal tetto degli stipendi per i dirigenti previsto per il resto delle ex partecipate. Del resto, il governatore lo aveva anche piazzato alla guida della ex Provincia di Trapani, salvo poi essere obbligato a rinunciare a lui dopo che l'autorità anti-corruzione guidata da Raffaele Cantone aveva segnalato la violazione delle regole. Le regole. Sembrano stare proprio strette al governatore siciliano. Che infatti, in barba alla norma, avrebbe fatto lievitare ben oltre i 50mila euro la busta paga del presidente di Sicilia e-Servizi. E, sempre in barba alla norma, lo lascerà serenamente al suo posto, anche se la legge siciliana, ricorda il settimanale, prevede «sia la decadenza di chi ha goduto di trattamenti difformi, sia il recupero delle somme percepite extra».
Come si arriva a oltre 200mila euro? Intanto con la cosiddetta «indennità di risultato», pari per Ingroia a un bonifico di 110mila euro. E poi ci sono, annota l' Espresso , i rimborsi per pranzi, hotel, viaggi, per un totale di 52mila euro. E non finisce qui. Perché nel mare magnum delle spese legate all'attività dell'ex pm nella società regionale, ci sono anche le consulenze legali autorizzate da Ingroia nella sua qualità di presidente di Sicilia e Servizi: 515mila e 137 euro in totale per il 2014, di cui 386mila euro finiti, tra consulenze dirette e incarichi, a un legale, Elio Costanza. Chi è costui? Un avvocato palermitano. Ma soprattutto l'ex amministratore di Rivoluzione civile nonché tesoriere di Azione civile: insomma, l'ex e l'attuale partito politico di Ingroia.
Questa non è la prima grana che
Sicilia e Servizi causa all'ex procuratore aggiunto. Anche la Corte dei conti, infatti, ha avuto da ridire sulla sua gestione, tanto da contestargli, in compagnia del governatore, un presunto danno erariale di 100mila euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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