"Tra noi piena sintonia". Berlusconi e Salvini cercano una soluzione

Brunetta: i partiti chiedano a Draghi di restare. Il Carroccio: paralisi drammatica

"Tra noi piena sintonia". Berlusconi e Salvini cercano una soluzione

Tutti quelli che hanno sperato, con l'arrivo di Draghi a Palazzo Chigi, nel ritorno della competenza e dell'efficienza ora devono pagare l'incompetenza dei grillini. È uno dei refrain più sussurrati tra le file dei parlamentari di Lega e Forza Italia all'annuncio delle dimissioni di Draghi, dopo che il voto al Senato aveva già consegnato agli atti la sfiducia del Movimento di Conte nei confronti di un esecutivo di unità nazionale chiamato a gestire un grave momento di emergenza. E Sestino Giacomoni, membro del coordinamento di presidenza di Forza Italia, sottolinea la coincidenza della data. «Il 14 luglio - ricorda il deputato azzurro - è e sarà sempre il simbolo della Rivoluzione francese. Oggi, 14 luglio 2022, passerà alla storia politica italiana come il simbolo dell'involuzione grillina, l'avvitamento ultimo di un movimento che voleva aprile il Parlamento come una scatoletta di tonno e oggi a distanza di qualche anno si manifesta in tutta la sua incapacità politica».

Per Forza Italia c'è ancora spazio di manovra, ma è tutto nelle mani dello stesso Draghi e di Matterella. Nel frattempo le dimissioni annunciate del premier (ma respinte dal presidente della Repubblica che lo ha rimandato alle Camere) prefigurano nell'immediato una crisi profonda del sistema Italia senza precedenti. E questo fatto viene visto dal partito di Berlusconi come il risultato della infausta strategia politica del Movimento guidato da Giuseppe Conte.

Chi non getta la spugna della speranza è il ministro della Pubblica amministrazione. «Con dolore abbiamo ascoltato le parole di Draghi in Consiglio dei ministri- ricorda l'azzurro Renato Brunetta -. Comprendiamo e rispettiamo le sue decisioni, ma abbiamo, altresì, il dovere di esperire qualsiasi tentativo che possa portarlo a un ripensamento. Bene, dunque, ha fatto il presidente Mattarella a respingere le sue dimissioni e a invitarlo a presentarsi in Parlamento».

«Complimenti ai Cinque stelle - dice il coordinatore nazionale azzurro Antonio Tajani - per aver fatto questo guaio mentre c'è una crisi in corso, c'è una guerra ai confini dell'Europa. Già la borsa è crollata, lo spread sale, c'è una impennata dei prezzi di tutte le materie prime. È da irresponsabili aver provocato questo caso con una arroganza e ricatti davvero inaccettabili».

Il partito di Berlusconi, che ieri prima del voto a Palazzo Madama confidava ancora nella possibilità che l'esecutivo continuasse anche senza l'appoggio dei grillini, ieri sera era deciso a evitare di sollevare i toni della polemica politica in attesa degli sviluppi. La decisione di Mattarella di respingere le dimissioni lascia ancora uno spiraglio.

Nel corso della giornata ci sono stati inoltre frequenti contatti tra Berlusconi e Salvini. I due leader hanno manifestato piena sintonia nel modo di affrontare la situazione. Sul modo di reagire, il centrodestra di governo, dicono fonti leghiste, si muoverà unito.

Intanto Lorenzo Fontana parla di «situazione grave e complicata» a cui si può rispondere soltanto con il voto. Anche dalle parti di via Bellerio non nascondono le preoccupazioni per le sorti del nostro Paese. «Siamo in ansia e anche molto stupiti - commenta sempre il vice di Salvini -. Attenderemo l'evoluzione e soprattutto gli sviluppi della scelta di Mattarella di respingere le dimissioni del premier. In attesa di capire quale sarà la scelta di Draghi non possiamo accettare che il parlamento resti bloccato. «Questa situazione - non può andare avanti, le scelte saranno condivise con il centrodestra, e chiaramente, per noi, non c'è nessun timore di dare, eventualmente, la parola a italiani».

«La Lega - recita una nota del partito di Salvini a fine giornata

- condivide la preoccupazione per le sorti del Paese: è impensabile che l'Italia debba subire settimane di paralisi in un momento drammatico come questo, ma nessuno deve aver paura di restituire la parola agli italiani».

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