Dall'Interno agli Esteri, per Angelino Alfano è già tempo di nuove avventure. L'ex delfino del Cav resta in sella anche dopo l'ennesima crisi di governo. Tolta la parentesi del governo Monti, dal 2008 la casella «Alfano» è ineludibile in tutti gli organigrammi degli esecutivi.
E quello di Gentiloni non fa eccezione. La novità, ora, è il trasloco dal Viminale alla Farnesina. Con buona pace del totoministri che ipotizzava, per quel dicastero, un ballottaggio tra Franceschini (rimasto al Mibact) e Fassino, alla fine l'ha spuntata Angelino. Ben lieto di mollare la poltrona all'Interno, alla quale pure era evidentemente molto affezionato, in un momento che si stava facendo delicato.
La versione sussurrata ufficialmente dal suo staff è che, in vista del battesimo di Ncd alle elezioni politiche, Alfano volesse scrollarsi di dosso l'impopolare fardello delle politiche sull'immigrazione, che in effetti non sembrano un ottimo viatico per le urne. Ma la realtà è più complessa.
L'altra grana all'orizzonte ha infatti l'odore dell'Asia centrale e il nome esotico - e ben noto ad Angelino - di caso Shalabayeva. Un paio di settimane fa la procura di Perugia ha chiuso l'inchiesta sull'espulsione della moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, che contesta a vario titolo agli indagati - sette poliziotti e un giudice di pace (oltre che tre diplomatici del Kazakistan) - i reati di falso in atto pubblico, omissione, abuso d'ufficio e sequestro di persona.
Alfano, sia chiaro, non è indagato, ma in vista del probabile rinvio a giudizio che potrebbe coinvolgere anche i due superpoliziotti Maurizio Improta (questore di Rimini, all'epoca capo dell'ufficio Immigrazione) e Renato Cortese (direttore dello Sco e capo della Mobile di Roma in quei giorni), chiamarsi fuori cambiando ministero non può certo far male, e anzi potrebbe risparmiare qualche supplemento di imbarazzo.
Via dunque verso il nuovo, prestigioso incarico, dopo essere stato Guardasigilli e poi titolare dell'Interno. Anche se va detto che nello specifico Alfano non ha mai avuto grandi competenze in campo diplomatico, e in campo internazionale si è occupato più che altro di cooperazione giudiziaria in materia penale.
A dar retta al suo curriculum, dovrebbe se non altro parlare inglese a «livello avanzato»: C1/2 tanto nella comprensione quanto nel parlato e nella produzione scritta. Un dettaglio che pare però smentito dal video dell'incontro tra Angelino e la commissaria Ue agli Interni Cecilia Malmstrom, ad agosto del 2014, relativo a Mare Nostrum e ai flussi migratori.
Alfano, arrivato in ritardo, si scusa per il disguido, dovuto al vento che ha rallentato l'atterraggio. Ma l'ardita quanto errata pronuncia per «wind» («Uaind», dice Alfano sicuro) innesca l'immediata correzione da parte della Malmstrom. E innescò, all'epoca, anche l'immediata censura sul portale del semestre italiano di presidenza del consiglio dell'Unione, dove il video della stretta di mano con strafalcione fa ancora oggi bella mostra di sé, «epurato» però della gaffe linguistica con un taglio piuttosto brutale.
Poco male. Perché per riascoltare l'Angelino che fa il verso al Totò di «noio volevan savuar» basta comunque andare su Youtube (guarda qui), dove il video «originale» riposa, visto da appena tremila utenti.
Per sapere come si comporterà Alfano da capo della nostra diplomazia, alla vigilia di una lunga serie di appuntamenti internazionali, dal G7 di Taormina al seggio (diviso con l'Olanda) al consiglio di sicurezza dell'Onu, tocca invece aspettare e vedere il nuovo titolare della Farnesina all'opera. The answer, direbbe il neo-nobel Bob Dylan, is blowing in the uaind.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.