Un nome e un funerale per i piccoli mai nati. L'atto di pietà per i bimbi sepolti in giardino

La scelta del padre insieme alla madre che li ha lasciati morire E per la donna si aspetta la sentenza della Cassazione

Un nome e un funerale per i piccoli mai nati. L'atto di pietà per i bimbi sepolti in giardino
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Due nomi a testa, nessuna vita e un funerale all'orizzonte. Si sarebbero chiamati Angelo Federico e Domenico Matteo i due fratellini di Traversetolo, nati ma lasciati morire dalla loro mamma in meno di 15 mesi. Ora arrivano anche quei nomi, quattro, in abbondanza, quasi fuori tempo massimo anche nella pietà. A sceglierli non è stato solo papà Samuel, che nulla delle due gravidanze ha mai compreso. Alla scelta ha partecipato anche Chiara Petrolini, come spiega Monica Moschioni, l'avvocato difensore del giovane papà mancato che, da subito, aveva espresso il desiderio non solo di dare un nome, ma anche sepoltura, a quei figli che non conoscerà mai. «La richiesta è stata avviata dalla Procura di Parma», precisa Nicola Tria, difensore di Petrolini. Ora protocollata la pratica, in Comune si lavora anche per organizzare il funerale: quattro nomi, due a testa, divisi anche da questo estremo gesto, Samuel e Chiara che all'ufficio di Stato Civile del tribunale sono dovuti comparire insieme, senza rivolgersi, però, la parola.

Lui cerca di continuare la sua vita in paese dove lei è da poco rientrata, per scontare il residuo di domiciliari che la separano dall'estrema decisione della Cassazione che sta valutando il ricorso della Procura di Parma, accolto da tribunale del Riesame Bologna. Mentre la famiglia di Chiara era già rientrata nella villetta di Vignale, in cerca di normalità, anche per il fratello di Chiara, fin dal dissequestro dei luoghi, avvenuti lo scorso dicembre, da qualche giorno, in via Baietta, c'è anche Chiara a cui il tribunale ha concesso lo spostamento di domicilio fin dal 9 gennaio. Abbandonato l'appartamento di Parma dove si era trasferita subito dopo il rientro dalle vacanze, era rimasta lontana anche prima di essere arrestata ai domiciliari, fin dal ritrovamento dei due corpicini, avvenuto fra il 9 agosto e il 7 settembre. Così l'hanno accolta con non poco stupore, gli abitanti di Traversetolo ancora attoniti per una tragedia di cui nessuno immaginava i contorni. Anche alla veglia organizzata in chiesa dal vescovo, lo scorso fine ottobre, il paese aveva disertato. «Abbiamo visto le luci accese, quindi un pieno di legna e la spesa», dicono a Vignale i vicini di casa, con poca voglia di aggiungere altro, soprattutto a telecamere e taccuini che, intanto, sono tornati fuori dal cancello della casa gialla. Perché, nel frattempo, si è materializzata anche lei, Chiara: la sigaretta in mano sul balconcino di casa a guardarsi intorno. Anche verso la siepe che per i suoi figli era diventata la tomba.

L'udienza della Cassazione che potrebbe spedirla in carcere, come chiede da sempre la procura di Parma, oppure rimandare ad altre indagini, è fissata il 25 febbraio.

Un ultimo mese fra quelle mura. Questo il desiderio di Chiara oltre che una necessità pratica della famiglia. E così ora, sono tutti a casa: tranne i due piccoli Angelo Federico e Domenico Matteo, lontani, stavolta, per sempre in pace.

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