"Non c'è l'accordo". La bomba giustizia può far implodere i giallorossi

M5S, Pd e Iv trattano sulla prescrizione: "Intesa di massima sul lodo Orlando". Ma i renziani smentiscono: "Nessun accordo, a noi non va bene"

"Non c'è l'accordo". La bomba giustizia può far implodere i giallorossi

Si è arrivati al tema che può far saltare tutto: la giustizia divide profondamente i giallorossi, impegnati a cercare un punto di mediazione che - almeno per il momento - non è arrivato. Eppure sembrava che le cose stessero andando per il verso giusto, visto che era circolata la voce relativa a un'intesa di massima sulla proposta di Andrea Orlando: il vicesegretario del Partito democratico ha avanzato l'ipotesi di impegnare la maggioranza a portare avanti il ddl sulla riforma del processo penale per accorciare i tempi dei processi; si interverrebbe direttamente sull'attuale regime della prescrizione solo se il testo non venisse approvato entro 6 mesi. A confermare il buono stato delle trattive era stato Saverio De Bonis del gruppo Europeisti-Maie-Cd: "È stato condiviso sul tavolo, sembra prendere piede. Per cui se non ci saranno tempi ragionevoli per la riforma del processo si metterà mano alla prescrizione. C'è una intesa di massima, me lo dicono i colleghi, si sta valutando da parte di tutti".

Anche Bruno Tabacci si era espresso fiducioso sulla questione: in una pausa dei lavori del tavolo programmatico ripreso questa mattina, aveva annunciato un esame positivo sulla giustizia. "Se entro sei-nove mesi il ddl che accorcerebbe i tempi di ogni grado del processo penale non viene approvato, allora bisognerà rivedere la formula attuale della prescrizione. Chiamiamolo lodo Orlando. Su questo c'è stata anche una apprezzabile apertura dei 5 Stelle", erano state le parole del deputato di Centro democratico. Ma da Italia Viva è arrivata una brusca frenata che ha rallentato l'iter del dialogo alla luce del quale stasera il presidente della Camera Roberto Fico dovrà riferire al capo dello Stato Sergio Mattarella.

La frenata dei renziani

I renziani non hanno perso tempo, mettendo le mani avanti e smentendo i rumors su un accordo trovato sul tema della prescrizione. "Non condividiamo il lodo Orlando. Non c'è nessun accordo sulla prescrizione e sul processo penale", precisano fonti di Iv. Il nodo resta ancora irrisolto e i tempi si allungano ulteriormente: inizialmente prevista per le 13, la fine dei lavori dovrebbe concludersi intorno alle 15 ma potrebbe slittare di un'altra ora per consentire ai gruppi parlamentari di Italia viva di riunirsi in assemblea. C'è chi tiene a sottolineare che il Movimento 5 Stelle non avrebbe alzato muri e potrebbe considerare la proposta del Pd come una buona mediazione.

Sulla rissa giallorossa è intervenuto Andrea Orlando in persona, che ha confermato la momentanea posizione intransigente dei renziani: "Dal M5S c'è stata una inattesa apertura, mentre da Italia Viva è arrivato un no. Speriamo di poter proseguire su questa proposta". L'ex ministro della Giustizia è partito da quella che era stata la proposta di Walter Verini per "mettere in moto un meccanismo positivo che chiedeva ai 5 Stelle di rimuovere la immodificabilità" della norma Bonafede. "Renzi dice che su giustizia 'siamo allo zero assoluto'. Probabilmente sono stato invitato a un'altra riunione. Veramente oggi i 5S hanno dato disponibilità a rivedere la norma Bonafede. Hanno accettato sulla giustizia quello che non avevano mai accettato prima. Non andare a vedere mi pare pazzesco. Hanno messo a verbale che son d'accordo ad approvare la mia riforma. Altro non so", ha poi aggiunto su Twitter. Secca la replica del renziano Davide Faraone: "Orlando è ossessionato da Renzi. Matteo non era alla riunione sulla giustizia. La nostra posizione sulla giustizia è chiara: tornare alla riforma Orlando, non a quella Bonafede. Se Andrea ha cambiato idea, problema suo. Ma lasci da parte le sue ossessioni, se riesce".

La nascita del Conte-ter resta in bilico: dal Mes alle poltrone, i temi divisivi sono molti e rischiano di far crollare le speranze giallorosse. "Perturbazioni in arrivo", prevede un big renziano.

Sempre da Iv spiegano che "non stanno cedendo su nulla" e in queste condizioni "non si trova l'accordo su nulla". Fonti parlamentari fanno sapere che al momento lo schema rispetto al Conte bis non sarebbe cambiato, se non per poche caselle. Da non escludere un secondo giro di consultazioni per prendere altro tempo.

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