"Problemi sui ministri". Cottarelli rimandato a domani

Incontro concluso con un nulla di fatto. Fonti del Quirinale: "Ci sono problemi con la lista dei ministri". Domani un nuovo faccia a faccia. Cresce l'ipotesi del voto il 29 luglio

"Problemi sui ministri". Cottarelli rimandato a domani

Tutto rimandato a domani. Carlo Cottarelli ha lasciato il Quirinale allo stesso modo in cui era arrivato: in silenzio. Un silenzio eloquente che la dice lunga sullo stallo che è venuto a crearsi al Quirinale. L'incontro di oggi pomeriggio con Sergio Mattarella non ha dato alcun frutto. "Ci sono problemi con la lista dei ministri", hanno fatto sapere fonti vicine al Colle. A questo punto il capo dello Stato riceverà di nuovo il premier incaricato domani in un clima di incertezza senza precedenti. Perché se da una parte si fa largo l'ipotesi di votare già a luglio, d'altra Luigi Di Maio rimescola le carte chiedendo a Mattarella di riaprire il tavolo delle trattative.

Mezz'ora di faccia a faccia. Poi i corazzieri, che presidiano la porta che conduce "alla Vetrata", hanno lasciato la postazione. Un segnale che ha anticipato, senza l'esigenza di comunicati stampa o di annunci formali, il rientro del presidente della Repubblica nel suo studio privato. Al tempo stesso Cottarelli lasciava il Quirinale e rientrare alla Camera per rimprendere a lavorare sulla lista dei ministri. Che la strada sia tutta in salita, non è certo un mistero. L'esecutivo del presidente partirà (se mai dovesse arrivare al voto di fiducia) senza una maggioranza. Alla fine, non lo appoggerà nemmeno il Partito democratico. E tutto questo lo rende molto debole. La fine repentina del colloquio di oggi pomeriggio è dovuta alla necessità di una ulteriore verifica sui nomi dei ministri. Rottura suffragata dalla notizia, diffusa dal Quirinale, di un nuovo incontro domani (guarda il video). Ma subito ha preso a circolare con insistenza l'ipotesi che, a fronte di una volontà dei partiti di andare a elezioni anticipate entro fine luglio o ai primi di agosto, Cottarelli possa rinunciare ad assumere l'incarico di formare il governo.

Dal Quirinale hanno fatto sapere che "Cottarelli ha semplicemente bisogno di più tempo per approfondire alcuni nodi legati alla lista. Nessuno ha parlato di rinuncia". Eppure sia fonti parlamentari sia fonti di governo hanno suggerito che il premier incaricato starebbe pensando a una rinuncia vista l'indisponibilità di tutte le forze politiche a votargli la fiducia. D'altra parte le principali forze politiche hanno già iniziato a scaldare i motori per una nuova campagna elettorale. La data che circola con insistenza tra i corridoi è il 29 luglio. "Se c'è l'accordo - ha detto il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci - si può fare". L'unica soluzione percorribile è quella di un decreto che anticipi il voto scavalcando quanto stabilito dalla Costituzione.

Un'ipotesi condivisa anche dal Carroccio e dal Movimento 5 Stelle che, dopo la frattura con il Quirinale, si sono subito messi a invocare le urne. Almeno finché, al termine di una giornata convulsa, Di Maio non ha proposto a Mattarella di riprendere la collaborzaione per formare un governo politico. Esecutivo che anche Giorgia Meloni si è detta disponbile a rafforzare.

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