"Non hanno rispettato la morte". La lettera di Burzi scuote il fronte garantista

La lettera lasciata prima del suicidio da Angelo Burzi diventa un caso. Il fronte garantista, che prescinde dai partiti, si schiera all'unisono

"Non hanno rispettato la morte". La lettera di Burzi scuote il fronte garantista

La lettera lasciata prima di morire dall'ex consigliere regionale di Forza Italia Angelo Burzi smuove le coscienze del fronte garantista: nel corso di queste ore, molte personalità hanno commentato le parole scolpite in calce dall'esponente politico morto suicida.

"Me ne vado in eccellente forma psichica - ha chiosato Angelo Burzi nella missiva - , abbastanza traballante in quella fisica, certo che questo mio gesto estremo sia l’unica strada da me ancora percorribile… la riduzione e la cessazione futura del danno!".

Sullo sfondo c'è una vicenda giudiziaria che qualcuno considerava chiusa ma che, come approfondito in questo articolo, sarebbe anche potuta finire in maniera diversa, nel caso la Cassazione si fosse pronunciata per uno scagionamento. Buzzi era stato condannato in secondo grado per la cosiddetta Rimborsopoli della Regione Piemonte.

Tra i primi a commentare la missiva, Guido Crosetto che ha scritto quanto segue su Twitter: "Purtroppo non hanno nemmeno rispettato la morte, amico mio, e purtroppo la politica non ha il coraggio di difendere le regole democratiche". Quello sulla lettera di Burzi, però, si è trasformato in breve tempo in un vero e proprio coro in grado di prescindere dall'appartenenza politica.

É il garantismo, semmai, a fare da trait d'union tra tutte le considerazioni che sono state espresse in pubblico, soprattutto via cinguettio. Ma c'è anche un'altra radice comune: la speranza che la giustizia evolva sempre di più in senso contrario rispetto a certa verve giustizialista.

"Angelo Burzi - ha fatto presente il leader d'Italia Viva Matteo Renzi - era uomo delle istituzioni, indagato da anni per accuse che giudicava ingiuste. Si è tolto la vita la notte di Natale pensando di aiutare così la sua famiglia a tornare a vivere. Nessuno può giudicare ma tutti dovrebbero leggere queste parole". Un'altra esponente d'Iv, ossia l'onorevole Raffaella Paita, si è espressa così: "Le ultime parole di Angelo #Burzi, prima di suicidarsi. Una lettera che tutti dovrebbero leggere, una lettera che dimostra come la giustizia, quando non è Giustizia, è letale".

Pure la giornalista Gaia Tortora, un'altra garantista doc, ha voluto prendere posizione: "La lettera di #Burzi - ha twittato il vicedirettore del Tg La7 - è per me un pugno nello stomaco.

Spero lo sia anche per chi continua imperterrito a vomitare sulla dignità umana. Lotterò, lotteremo anche per lui". Commozione, dunque, ma anche una riflessione collettiva sull'episodio in sé e sullo stato di salute della giustizia italiana.

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