"Non possiamo riaprire adesso". Il Pd vuole chiusure a oltranza

Il Partito democratico si schiera contro le riaperture: "È impensabile con 300 morti al giorno, Salvini se ne faccia una ragione". Ma il governo valuta mini-allentamenti da metà aprile

"Non possiamo riaprire adesso". Il Pd vuole chiusure a oltranza

Non si placano gli scontri all'interno del governo sul tema della riaperture. La situazione Coronavirus in Italia mostra qualche piccolo segno di miglioramento, ma il fronte rigorista non vuole sentir parlare di allentamenti e dunque vorrebbe prolungare fino al 30 aprile le attuali rigide norme. Dalla cabina di regia riunitasi la scorsa settimana è emersa l'intenzione di "cancellare" le zone gialle e ripristinarle a maggio, ma la Lega non ha usato mezzi termini per criticare la strategia dei "chiusuristi" che pongono un veto già da ora senza aspettare di valutare i dati aggiornati territorio per territorio: "È folle dare per scontato fin da ora che le chiusure proseguiranno fino alla fine del mese prossimo". Nel frattempo dal Pd non arrivano segnali di distensione. Anzi, i dem invitano Matteo Salvini a fare dietrofont e a non alimentare polemiche poiché potrebbero rallentare l'azione dell'esecutivo in una fase così delicata.

Il Pd "chiusurista"

A prendere parola per il Partito democratico è stato il vicesegretario Giuseppe Provenzano, che a chiare lettere ha escluso la possibilità di riaperture dopo Pasqua: "Non è pensabile riaprire alla luce di 300 morti, con terapie intensive arrivate quasi alla soglia di saturazione". L'ex ministro per il Sud, intervenuto ai microfoni di Agorà su Rai 3, si è espresso anche sulle richieste avanzate dal Carroccio: "Salvini spero si converta alla scienza e al rigore. Draghi è stato chiaro su questo e Salvini se ne faccia una ragione. Sono i dati dei contagi che ci impongono prudenza".

Secondo Francesco Boccia il governo "è in linea con la linea prudenziale che il ministero della Salute ha sempre mantenuto e che il Pd ha sempre difeso nei confronti dell'irresponsabilità di chi diceva riapriamo per le feste o per il ponte". L'esponente del Pd ha lanciato un appello ben preciso a Salvini: "Basta con le strumentalizzazioni. Quando lo diceva Conte non lo capiva, adesso che lo dice Draghi sta cominciando a capire".

La Lega ottimista

La partita però non sembra essere chiusa. Dagli ambienti della Lega fanno sapere che non è da dare affatto per scontata la chiusura dell'Italia per tutto il mese di aprile, visto che ogni decisione sarà presa "valutando i dati". Dunque resta viva l'ipotesi di allentare la stretta e far ripartire alcune attività nelle città in cui la situazione epidemiologica mostrerà miglioramenti. Ieri Salvini in un videomessaggio ha dichiarato di essere al lavoro con il premier Mario Draghi per "riaprire dopo Pasqua le attività nelle città italiane fuori dall'emergenza", sperando di tornare alla normalità a stretto giro: "Salute e lavoro possono, anzi devono, camminare insieme".

In giornata c'è stato un confronto in videoconferenza tra Matteo Salvini e i governatori della Lega. Al centro del colloquio le prospettive per i vaccini, le riaperture e gli spostamenti. Dopo Pasqua, è il concetto ribadito dall'ex ministro dell'Interno, "tenere tutto chiuso e fermo indipendentemente dai dati sanitari è impensabile" anche perché appare assurdo "vietare gli spostamenti in Italia e consentire vacanze all'estero".

Ipotesi mini-allentamenti

Il presidente del Consiglio in conferenza stampa era stato chiaro: "Che siano pensabili o impensabili le chiusure dipende esclusivamente dai dati che vediamo. È desiderabile riaprire, la decisione se farlo o meno dipende dai dati". Intanto oggi pomeriggio a palazzo Chigi si riunirà la cabina di regia alla presenza di Draghi, dei presidenti di Regione, dei ministri interessati, di Fabrizio Curcio (capo della Protezione civile) e di Francesco Figliuolo (commissario per l'emergenza Covid-19). Tema dell'incontro - oltre che la campagna di vaccinazione e il nuove decreto - saranno le chiusure, oggetto di frizioni nella maggioranza.

Dal governo informano che potrebbero esserci dei mini-allentamenti a partire dalla metà di aprile qualora la curva dei contagi dovesse scendere, ma tutto dipenderà dai dati: a dettare la linea saranno l'indice di contagio Rt e il tasso di saturazione degli ospedali, dei

reparti Covid e delle terapie intensive. Se le misure di contenimento prese fino a oggi daranno i risultati auspicati allora le restrizioni potranno essere allentate, altrimenti fino a maggio si andrà avanti senza zone gialle.

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