"Non si fa così...". Renzi stronca Letta (e il nuovo Ulivo)

Matteo Renzi è tranchant sull'idea del "nuovo Ulivo" di Enrico Letta, entrando a gamba tesa sul Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte

"Non si fa così...". Renzi stronca Letta (e il nuovo Ulivo)

I risultati della tornata elettorale del 3 e 4 ottobre, in attesa dei ballottaggi di Torino e Roma, hanno rigenerato Enrico Letta, convinto di aver dato nuova linfa al Pd. In verità, la realtà non è esattamente quella narrata dal segretario del Partito democratico, che ora sogna in grande con il ritorno del "modello Ulivo", che viene però stroncato da Matteo Renzi. Intervistato da il Mattino, il leader di Italia viva fa un'analisi lucida e ragionata del momento storico vissuto dal Pd, che nonostante tutto sta cercando ancora l'alleanza con un quasi morente Movimento 5 stelle.

"L'Ulivo è una pianta bellissima. Il richiamo a quella stagione, invece, mi pare trasudi più nostalgia che futuro. Venticinque anni fa c'era un mondo diverso, un'Italia diversa, una legge elettorale diversa", taglia corto Renzi sull'ipotesi di una confederazione di quel tipo, che già ai tempi "è fallita per le divisioni interne: non esattamente un modello, diciamo". E per l'ex segretario dem è sbagliato anche attribuire il risultato elettorale di Gaetano Manfredi a Napoli all'alleanza tra Pd e M5s. "A Napoli ha funzionato Manfredi e l'accordo tra Manfredi e De Luca. Oltre che la volontà di cambiare pagina rispetto al disastro De Magistris", ha spiegato Renzi.

Quindi ecco la stoccata al partito di Giuseppe Conte: "I Cinque stelle invece sono passati dal 60% al 10%. Ma possono fare ancora peggio, certo, possono sparire. Vedo che si stanno impegnando in tal senso e a giudicare dai dati di Milano e delle altre città possono riuscirvi agevolmente. Facciano pure, non ci mancheranno". Matteo Renzi non confida nemmeno più nella dote di voti che i 5s potranno portare al ballottaggio di Torino e Roma e, quando gli si fa notare che nemmeno Italia viva ha un grande bacino di elettori, l'ex premier tira fuori il petto: "La tanto vituperata Italia viva ha eletto più consiglieri e sindaci dei cinque stelle. Provano a zittirci con i sondaggi ma le urne non sono like, la politica non è populismo, i leader non sono influencer. E se Italia viva prende più amministratori di loro, qualche domanda me la farei".

Il M5s di Conte, a suo dire, non ha un'identità e il silenzio di Beppe Grillo in questo momento è sintomatico. "Lui è il primo nemico di Conte. Che a sua volta ha il grande problema della vicenda appalti Covid: possono fingere di non vedere ma questa vicenda nelle prossime settimane e destinata a esplodere per quello che è. Più grave di tangentopoli, ho scritto nel mio libro Controcorrente", ha detto il leader di Iv, per il quale conte è un influencer e non uno statista. "Quando riempiono le piazze vanno a vedere la celebrità che firmava i Dpcm non a parlare di politica", ironizza Renzi. "I Cinque Stelle sono morti, finiti, arrivati. Del resto chi li vota? Quelli anti casta? Ma oggi i grillini sono la casta per definizione, Luigi Di Maio è l'unico che è stato al governo con tutte le maggioranze pur di salvare la poltrona", ha proseguito il leader Renzi.

Dal suo punto di vista, il centro è rappresentato dalla leadership di Mario Draghi ma per il capire cosa accadrà in futuro spiega che bisognerà attendere la legge elettorale per capire in che direzione ci si potrà muovere e intanto elogia il risultato di Carlo Calenda a Roma: "Purtroppo è un risultato simile a quello della Raggi e perciò insufficiente ad andare al ballottaggio. Ma è la conferma che un'area centrale non va costruita, c'è già. Si tratta solo di costruire una rappresentanza di questa fetta di popolazione che sia il più possibile competente e costruttiva".

Per il leader di Italia viva quest'area va "da Forza Italia fino ai riformisti del Pd. [...] si tratta degli esponenti di una politica civile e europeista che non insegue i populisti di destra sovranisti e nemmeno i populisti di sinistra grillini".

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