L'Ulivo di Letta e Conte è già debole: chi è che guarda al centro

Letta e Conte procedono spediti nella costruzione di un nuovo Ulivo. La benedizione arriva da Prodi e Bersani. Ma Renzi e Calenda guardano altrove (e non solo loro)

L'Ulivo di Letta e Conte è già debole: chi è che guarda al centro

Enrico Letta e Giuseppe Conte hanno intenzione di costruire un Ulivo che tuttavia parte azzoppato. La "gioiosa macchina da guerra" che contiene l'estrema sinistra ed arriva sino al centrismo post-democristiano (come sperano i due), difficilmente coinvolgerà Matteo Renzi e Carlo Calenda, che guardano altrove. In queste ore, continuano ad arrivare voci relative alla costituzione di un possibile "terzo polo". Il centro, in caso, saluterebbe i giallorossi.

Noi de IlGiornale.it abbiamo già raccontato, con un retroscena, cosa si muove in Parlamento e sui territori. L'onorevole Ettore Rosato, esponente d'Italia Viva, in esclusiva, ha parlato di una "direzione" comune. Ma la traiettoria passa prima da due appuntamenti: l'elezione del presidente della Repubblica e l'eventuale discussione di una nuova legge elettorale, che potrebbe virare in senso proporzionale. Se i costruttori sono all'opera, comunque, questo è il momento buono.

Che tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte esistano delle differenze corpose, per usare un eufemismo, è quasi inutile ricordarlo. Queste elezioni amministrative, stando all'analisi dell'ex premier toscano, hanno sancito una "sconfitta letale" per i pentastellati. Il vertice d'Italia Viva, che invece ha eletto sindaci e che ha espresso alcune performance di rilievo, è convinto che l'esperienza grillina sia destinata a tramontare entro il 2023. Ma Letta è sulla scia di Conte come l'ex "avvocato degli italiani" non fa che guardare alla linea del segretario del Pd: ormai i due sono un binomio. Si pensi, a titolo esemplificativo, a quanto avvenuto con il Ddl Zan.

L'aria che tira si palesa: Carlo Calenda, in relazione al quadro della ballottaggio romano, non ne vuole sapere di grillini. Tanto che Roberto Gualtieri, pur di non perdere per strada l'elettorato di Calenda, ha dichiarato che non nominerà assessori pentastellati. E su Conte, il leader d'Azione, è stato altrettanto chiaro: "Giuseppe Conte - ha fatto sapere via Twitter l'ex candidato a sindaco di Roma, lo stesso esponente che si sta preparando ad un tour nazionale - ieri mi ha attaccato spiegando la sua magnifica storia di coerenza e serietà. Per essere chiari considero Conte campione di qualunquismo e trasformismo. Non gli ho mai sentito fare un ragionamento interessante o affrontare una questione con competenza". Quindi neppure tra calendiani e contiani esistono spazi intesa.

Il MoVimento 5 Stelle, dal canto suo, vive una fase drammatica, tra consensi persi e voci di scissione. Conte, per i numeri espressi dalle urne elettorali, è al disarmo. Il presidente della Camera Roberto Fico ed il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, giusto per togliere qualsiasi dubbio, sono spuntati alla festa dei settant'anni di Pier Luigi Bersani, che dell'Ulivo 2.0 è forse il primo dei sostenitori. Chi ha raccontato la festa di Bersani, ha scritto di un segretario del Pd intento a parlare in maniera fitta con Romano Prodi, che dell'Ulivo è stata la principale espressione. Lo ha ben spiegato Tpi, che ha aggiunto una serie di ulteriori retroscena sulla nascita del terzo polo.

A tutto ciò si aggiunga che, dopo l'incontro tra Matteo Renzi ed il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, sembra previsto anche un ulteriore summit tra il leader d'Italia Viva e Gianfranco Micciché, con la Sicilia che può fungere da laboratorio per qualcosa di nuovo.

Se Enrico Letta riuscirà davvero a rimettere in piedi l'Ulivo, dovrà fare i conti, al netto dei protagonisti già dichiarati, con chi non ha intenzione di presentarsi agli elettori al fianco dei grillini. E potrebbero esserci ulteriori sorprese.

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