Non solo debiti, ora la Grecia affonda anche nella spazzatura

Atene invasa dai rifiuti: altra mazzata sul turismo

Non solo debiti, ora la Grecia  affonda anche nella spazzatura

«Arriva la speranza» urlavano i syrizei del compagno Tsipras 48 mesi fa. Ma oltre ad una nuova e drammatica austerità in Grecia, con la sinistra al governo, è arrivata anche la monnezza, come non se ne vedeva da anni. Le strade della capitale ellenica, proprio nei giorni clou della stagione turistica, sono state praticamente ridisegnate come dimostrano le immagini dei droni, con montagnette di spazzatura a governare incroci stradali e quartieri, con foto e video diventati virali in poche ore.

Lo sciopero di due settimane degli spazzini ha di fatto bloccato il Paese che aspetta, come l'aria, il business del turismo, non solo per muovere il proprio pil, ma anche per raggiungere quegli obiettivi di eccedenze del bilancio primario già oggi considerati proibitivi (del 3,5% del pil fino al 2022, e poi sopra il 2% fino al 2060): figurarsi con un possibile danno al settore, grazie appunto alla malagestione dei rifiuti o alla possibile ripresa degli sbarchi dalla Turchia, che già ha azzoppato le isole dell'Egeo orientale.

Singolare che il governo Tsipras non abbia pensato di aprire, prima dell'estate, un canale di dialogo con i lavoratori che protestano per i mancati rinnovi e per il quarto taglio in sei anni a stipendi, pensioni e indennità, anziché trovarsi oggi, con temperature altissime (il record è Sparta, con 44 gradi) a fare i conti con plastica, umido e cassette di pesce vuote in cui i turisti sono chiamati a fare veri e proprio slalom.

Mimma Franguli abita nel quartiere Iliupolis di Atene e racconta al Giornale che con «questo caldo pazzesco la situazione è fuori controllo, a causa dal cattivo odore e delle possibili implicazioni di natura sanitaria». Si dice «indignata perché questo governo non ha rinnovato i contratti dei dipendenti della nettezza urbana che giustamente scendono in piazza a protestare, ma di solito prima si saldano i conti in casa e poi si dice di avere un avanzo, mentre Tsipras con la troika ha fatto il contrario». E si chiede: «Chi raccoglierà i rifiuti da domani?».

Atene sino ad oggi, nonostante abbia più volte rischiato di non avere soldi in cassa per pagare stipendi e pensioni, ha speso più di 80 milioni di euro in sanzioni europee per la mancanza di pianificazione sui rifiuti e per le numerosissime discariche abusive presenti sul proprio territorio. Tra l'altro, poche ore dopo la sospensione dello sciopero, il vice ministro dell'Ambiente Socrates Famellos ha tentato di stemperare il danno di immagine subìto dal governo con l'annuncio dello stanziamento addirittura di un miliardo di euro per risolvere l'emergenza spazzatura e con la promessa di aprire una discarica nuova al mese.

Ma di annunci si tratta, soprattutto su una dotazione finanziaria che, come prescrive il memorandum della troika, osteggiato da Tsipras in campagna elettorale ma dallo stesso premier poi firmato in toto, deve essere vagliato dai creditori internazionali fino all'ultimo cent. In Grecia si interrano ancora l'82% dei rifiuti prodotti contro la media comunitaria del 37%.

Con Syriza sarà pure arrivata la speranza, ma per ora i greci pagano all'Europa una penalità giornaliera di 71.193 euro, oltre a un serissimo danno di immagine (e di olfatto).

twitter@FDepalo

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