“Le regionali sono una sfida che ha anche una dimensione nazionale”. Il vicesegretario Lorenzo Guerini, fissa l’obiettivo di “costruire un campo democratico ampio a livello nazionale con un processo non ancora concluso e che riguarda la trasformazione che il Pd sta vivendo, un partito al 40% che per la prima volta parla con segmenti della società con cui prima non parlava”. Guerini, che è anche il responsabile dell’organizzazione territoriale del partito, non ha eluso i problemi a livello locale: “Penso che nelle prossime ore o al massimo nei prossimi giorni insieme ai livelli territoriali del partito la situazione sarà risolta ad Ercolano così nelle poche realtà dove ci sono situazioni di difficoltà". Dentro il partito, soprattutto nel cerchio magico renziano, in molti confidano che Guerini trovi una soluzione ma, a guardare la geopolitica del Pd in vista delle Regionali, pare difficile poter sostenere che situazioni difficili siano presenti solo in altre “poche realtà”.
Il vicesegretario parla dalla Liguria dove si è recato per sostenere la candidatura di quella Raffaella Paita che, con la sua vittoria alle primarie, ha decretato la fuoriuscita di Sergio Cofferati dal partito che sta con il candidato civatiano Luca Pastorino. I problemi del Pd, a livello locale, infatti, investono tutto lo stivale, ma si concentrano prevalentemente al Sud. Il caso più emblematico è appunto la Campania dove Renzi non è riuscito a imporre un suo candidato e ha dovuto mal digerire la candidatura dell’”ineleggibile” Vincenzo De Luca che, se vincesse, decadrebbe subito dalla carica di presidente in virtù della legge Severino. Desta, poi, scalpore che una parte del partito abbia deciso di votare il candidato di centrodestra Stefano Caldoro, mentre la corrente di Forza Italia vicina a Nicola Cosentino presenta una lista civica, alleata col centrosinistra, a sostegno di De Luca. Ad Ercolano, invece, le primarie sono state annullate dopo che i due candidati alle primarie a sindaco sono stati indagati per corruzione e turbativa d’asta. In questo caso il Pd nazionale ha imposto un suo uomo, ovviamente di fede renziana, e si è visto occuparsi la sede dai suoi stessi militanti e iscritti. Sempre in Campania, a Giugliano, il terzo comune della Regione per numero di abitanti, il vincitore delle primarie rischia di doversi fare da parte dopo essere stato rinviato a giudizio per associazione a delinquere.
In Sicilia le cose non vanno certo meglio dato che è ancora tutto da risolvere il nodo del candidato sindaco di Agrigento, città in cui le primarie sono state vinte da un candidato di centrodestra con il beneplacito dell’ormai ex presidente regionale del partito, Marco Zambuto, che si è dimesso dopo che è scoppiato lo scandalo. La scelta del nuovo candidato sindaco era poi ricaduta, per volontà dei vertici nazionali, sull’ex presidente della Regione Angelo Capodicasa che però ha ritirato la sua candidatura.
A Enna, infine, c’è la scomoda candidatura dell’ex parlamentare Vladimiro Crisafulli, più volte indagato anche per reati di mafia, e che ora, nonostante gli inviti a farsi da parte, vuole diventare sindaco della sua città.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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