Non usa mezzi termini né giri di parole per condannare il caso-caos che ha travolto il Consiglio superiore della Magistratura. Carlo Nordio, ex magistrato, affonda il colpo contro il cortocircuito delle giustizia italiana visto lo scandalo di Luca Palamara e delle chat su Matteo Salvini.
Intervistato da Italia Oggi, l’ex procuratore aggiunto di Venezia, commenta così e causticamente il tutto: "Uno schifo. Davanti al quale anche i padri costituenti se risorgessero sarebbero i primi a voler cambiare le regole del Csm". Quindi, a proposito della questione della chat di Palamara su (o meglio contro) Salvini, dichiara: "Non mi aspettavo un simile livello di bassezza. Da magistrato l'ho trovato ripugnante. È grave se un giudice si pronuncia per l'assoluzione di una persona che ritiene colpevole. Ma se auspica la condanna di uno che ritiene innocente è un sacrilegio...".
Nel prosieguo della chiacchierata con il quotidiano economico e giuridico, Nordio spiega qual è la propria ricetta per cercare di (ri)dare credibilità alle toghe e all’intera magistratura e giustizia tricolore: "Bisogna liberare il Csm dalle correnti e per farlo si deve ricorrere al sorteggio dei suoi componenti". E precisa: "Naturalmente il sorteggio per il Csm dovrebbe avvenire dentro un paniere composto di magistrati di alto grado, di avvocati membri dei consigli forensi e di docenti universitari di materie giuridiche. Tutte persone, per definizione, intelligenti e competenti".
Il sorteggio è modalità che però non piace all’Associazione nazionale magistrati e in risposta alle polemiche dell’Anm, Nordio le inquadra così: "Le critiche che l'Anm rivolge al sorteggio suonano più o meno così: che nessuno si farebbe operare da un persona presa a caso tra i passanti. Quindi rispondo che si tratta di enfatiche banalità o meglio di puerili ipocrisie. Banalità, perché il sorteggio dovrebbe avvenire, come ho detto, tra persone qualificate. E ipocrisie, perché l' Anm non vuole perdere il potere immenso che ha".
Circa gli intrecci tra magistratura e politica, sul silenzio del capo dello Stato Sergio Mattarella – che oltre a essere presidente della Repubblica è allo steso tempo presidente del Csm – l’ex toga sostiene che formalmente l’inquilino non può far altro che tacere, anche se, dice, "penso che una 'moral suasion' riservatamente possa e debba esercitarla".
Molto duro, inoltre, il giudizio di Nordio circa la possibilità di utilizzare il cosiddetto trojan "grillino" per le intercettazioni
da utilizzare nelle indagini: "È uno strumento ignobile, dovrebbe esser trattato come i confidenti, le spie o le lettere anonime. Cioè un elemento di spunto per le indagini, ma non un mezzo di prova".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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