Notte da incubo per Azzolina: così voleva lasciare il governo

Il ministro dell'Istruzione avrebbe addirittura minacciato le dimissioni: ecco come la grillina si è arresa alle pressioni di Conte e del Pd

Notte da incubo per Azzolina: così voleva lasciare il governo

Alla fine Lucia Azzolina non ha saputo reagire e ha incassato un durissimo colpo nell'ambito del decreto Scuola: fondamentale è stato il vertice bis convocato da Palazzo Chigi, che ha permesso al premier Giuseppe Conte di trovare una sintesi comune per quanto riguarda i concorsi dei precari. Resta la prova scritta selettiva in entrata per l'assunzione di 32mila insegnanti: il test - che si farà quando ci saranno le condizioni epidemiologiche - si terrà dopo l'estate e prevede la consegna di un elaborato. Scongiurata invece l'ipotesi del quiz a risposta chiusa. Dal governo fanno sapere che si tratta di una soluzione che consentirà di "combattere il precariato garantendo la meritocrazia". Tutti i dettagli dell'accordo verranno resi noti oggi; Partito democratico e Liberi e uguali sono dunque pronti a riformulare l'emendamento al Senato che chiedeva assunzioni "per anzianità di servizio e titoli personali".

Ma per il ministro dell'Istruzione è stata una notte piuttosto travagliata: non sono mancati attimi di vera tensione e di liti. Dopo uno scontro prolungato è stata trovata una quadra in grado si soddisfare tutte le fazioni della maggioranza. "Bene la soluzione sul concorso straordinario per la scuola. Vogliamo ridurre il precariato, per dare più stabilità alla scuola, e vogliamo farlo attraverso una modalità di assunzione che garantisca il merito", ha dichiarato la titolare del dicastero di Viale di Trastevere. Al momento però non sono state fissate le date né del bando ordinario per medie e superiori né quelle per la prova per l'infanzia e la primaria. Stando a quanto appreso e riportato da La Repubblica, per la Azzolina sono state anche ore di riflessione, nel corso delle quali sarebbe addirittura arrivata a minacciare le dimissioni. Tuttavia l'ipotesi di lasciare l'incarico è stata scartata per poi arrendersi alla linea del presidente del Consiglio.

La sconfitta della Azzolina

Il capo dell'esecutivo giallorosso era stato chiaro: "Non possiamo spaccarci sulla scuola". E così è stato. Anche se le divergenze non sono mancate, alla fine si è trovato un giusto compresso. Una scelta molto simile alle richiesta avanzate da Pd e Leu: ora Andrea Marcucci e Peppe De Cristofaro (i rispettivi capogruppo al Senato e sottosegretario) giudicano soddisfacente la versione dell'avvocato. Il ministro dell'Istruzione ha assorbito rapidamente la sconfitta e poi si è dichiarata soddisfatta. Lei può continuare a godere del totale appoggio del Movimento 5 Stelle, che è sceso in campo in sua difesa per blindarla nonostante le infinite polemiche accese anche dai sindacati. Le tensioni all'interno della maggioranza avevano fatto pensare allo scenario di un rimpasto, ma i grillini hanno categoricamente detto "no": non si può neanche immaginare.

La Azzolina adesso non vuole perdere tempo e mette fretta agli alleati: "Occorre lavorare rapidamente, insieme al Parlamento, per tradurre la misura in una norma da introdurre nel decreto scuola". Intanto i 32mila precari delle medie e delle superiori saranno riassunti a tempo determinato selezionati dalle Graduatorie di istituto: dal primo settembre saranno a disposizione della scuola. La prova scritta a quiz aveva provocato molti malumori, ma adesso l'opzione non è più fattibile. "Noi pensavamo che le crocette non fossero un sistema di selezione adeguato e la pandemia ha cambiato tutto il quadro", commenta Anna Ascani del Partito democratico.

Il viceministro all'Istruzione reputa convincente la soluzione trovata poiché va nella direzione auspicata dai dem, che si erano schierati contro "una sanatoria", convinti che non si possa entrare a scuola "senza una forma di selezione".

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