Dalle stelle alle stalle. Anzi, peggio, alla famigerata prigione di Hattievile, in Belize, infestata da tarantole e scorpioni. È questa la sorte di Jasmin Hartin, compagna di Andrew Ashcroft, figlio del miliardario e lord inglese Michael Ashcroft. Un giallo che imbarazza l'aristocrazia britannica, lord Ashcroft è anche uno dei maggiori finanziatori del partito di Johnson. La donna, infatti, è stata arrestata per la morte del sovrintendente di polizia Henry Jemmot, amico di famiglia, colpito da un proiettile alla nuca. Ma la dinamica è ancora da chiarire. I due si trovavano su un molo accanto al lussuoso resort Mata Rocks, sull'isola di San Pedro, a guardare la luna. La 38enne Jasmin ha raccontato di essersi incontrata con Jemmot nel suo appartamento e di aver deciso di uscire per godersi le stelle caraibiche. L'amico poliziotto le avrebbe consigliato di prendere il porto d'armi, visto che aveva ricevuto minacce, mostrandole come funzionasse la sua pistola. Poco dopo, la donna si è offerta di fare un massaggio all'amico perché aveva dolore alle spalle. La pistola era rimasta appoggiata sul molo e Jemmot ha chiesto a Hartin di passargliela. Ma, mentre la donna aveva in mano l'arma, sarebbe partito un colpo involontario. Fin qui la versione di Jasmin, ma ci sono anche altre ricostruzioni, come quella di un «pistol game» stile roulette russa che si sarebbe trasformato in tragedia.
La donna è stata ritrovata sul molo con abiti e mani insanguinate, sotto shock. L'amico le sarebbe stramazzato addosso e lei avrebbe spinto via il corpo facendolo finire in mare. Ora la donna è accusata di omicidio colposo per negligenza, un reato che nel Belize prevede una condanna massima di 5 anni e che quasi mai comporta la detenzione perché la pena può essere commutata in sanzione pecuniaria.
I legali stanno cercando di farle ottenere la libertà su cauzione, ma il tribunale ha finora respinto la richiesta, temendo che possa fuggire. Così, la donna dovrà ora attendere il processo nel carcere degli orrori di Hattieville, divenuto famoso anche per la serie dedicata da Netflix alle peggiori prigioni del mondo.
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