Non è un caso che da qualche settimana si parli poco o nulla di pace, dialogo e possibili trattative. A tenere banco è sempre il discorso legato alle armi. Quelle che Kiev sta chiedendo con insistenza ai partner della Nato e dell'Unione Europea per difendersi dall'aggressione russa e quelle di Mosca, spesso utilizzate come minaccia nei confronti dell'Occidente.
Dal fronte Ucraino arriva l'ennesimo appello: «L'Ucraina può vincere la guerra quest'anno con i missili a lungo raggio dall'Occidente», assicurando che nel caso non verrà attaccato il suolo russo, spauracchio per l'Occidente che vuole evitare un'ulteriore escalation. «Dobbiamo fornire attrezzature più avanzate più velocemente», ha prontamente replicato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg che ha avuto un colloquio con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Si muovono anche i partner europei. Oltre all'Italia, il governo britannico sta predisponendo piani per una possibile fornitura di carri armati. Londra potrebbe essere il primo governo che manda a Kiev dei tank pesanti. Intanto la Turchia, da tempo in prima fila alla ricerca di possibile canale di dialogo, ha iniziato a inviare all'Ucraina una forma di bomba a grappolo, progettata dagli Stati Uniti, per distruggere i carri armati russi. Le armi sono progettate per esplodere in submunizioni più piccole e hanno il gravissimo difetto che possono rimanere sul campo per anni se non esplodono subito, motivo per cui la legge vieta agli Usa di esportarle.
Sul fonte russo invece, Putin dice che «rafforzerà le sue capacità difensive e risolverà tutti i problemi relativi alle forniture alle forze armate». Il primo atto concreto però sembra andare ben oltre ed è un rischio per il mondo intero. Si tratta di «Poseidon», un missile sottomarino di ultima generazione potenzialmente armabile con testate nucleari al quale Mosca sta lavorando da tempo. Secondo fonti russe «il sommergibile Belgorod ha completato una serie di test di lancio» con modelli di prova del peso e delle dimensioni del razzo-drone che hanno dato esito positivo. Nei mesi scorsi membri di spicco del Cremlino avevano rivelato minacciosi che un missile «avrebbe potuto innescare uno tsunami radioattivo di 500 metri che potrebbe spazzare via la Gran Bretagna». Secondo gli esperti britannici l'impatto non sarebbe però così devastante ma comunque molto pesante. Il razzo sottomarino è lungo circa 20 metri, può viaggiare a mille metri di profondità e ha un raggio d'azione di almeno 10.
000 chilometri, raggiungendo i 90 km/h. La potenza della sua testata nucleare sarebbe di due megatoni, cento volte superiore alla bomba di Hiroshima. Al di là della potenzialità distruttiva, reale o presunta, un'ulteriore intimidazione che grava sull'Europa.
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