Nuova retata nelle banlieue e commissariati sotto assedio

Diciassette arresti nelle periferie della capitale francese. Ancora proteste dopo la violenza sul 22enne di colore

Nuova retata nelle banlieue e commissariati sotto assedio

Nel sobborgo di Aulnay-sous-Bois, a soli 20 minuti a nord-est di Parigi, la rabbia cova da giorni. Violenta, sonora. Ma anche visiva. Si allarga nelle banlieue vicine sotto forma di protesta che la Francia conosce e teme. Ieri una nuova manifestazione di solidarietà nella cittadina in cui è stato violentato Théo, il 22enne di colore vittima di una polizia stressata e nel pallone. Le due sorelle del ragazzo guidano un corteo pacifico con molte donne. Ma gruppuscoli si staccano e si fanno sentire con molotov e insulti. La prefettura precisa che gli incidenti sono diminuiti rispetto ai tre giorni precedenti, ma anche ieri 17 uomini sono stati arrestati in diverse località della periferia nord di Parigi dopo i 26 già fermati tra lunedì e marted a Aulnay. Uno degli aggressori (uno dei pochi maggiorenni, 20 anni) sarà processato per direttissima. L'accusa chiede dieci mesi di prigione per «violenza volontaria». Poco importa se scatenata da uno stupro a un coetaneo.

Intanto la protesta si estende di dieci chilometri. A Tremblay-en-France, dieci persone, in maggioranza minorenni, sono state evacuate con i sintomi di un'intossicazione da monossido di carbonio dopo che un gruppo di sconosciuti ha lanciato una molotov contro un edificio. Una rabbia inconsulta che fa tremare la politica nonostante gli appelli alla calma lanciati dal giovane Théo dal suo letto d'ospedale e dalle due sorelle in tv. È vivo il ricordo del 2005, quando la prima rivolta di periferia, circoscritta alla banlieue nord di Parigi, vide in Aulnay uno degli epicentri; prima di estendersi in tutta la Francia in pochi giorni, costringendo l'allora governo gollista a dichiarare il coprifuoco e Nicolas Sarkozy a dire pubblicamente che avrebbe ripulito quest'area dalla racaille, la feccia. Nulla di tutto ciò è accaduto. La tensione resta alta e le contromisure non sembrano pronte. Sempre nel sobborgo di Tremblay ieri sono state attaccati un commissariato, edifici pubblici e non; alcune auto in sosta lungo la strada sono state bruciate. Stesso film dei primi giorni dell'autunno 2005. È stato aggredito «con un oggetto incendiario» anche il conducente di un autobus. Ferito lievemente a Clichy-sous-Bois, la città-simbolo delle sommosse che incendiarono la Francia in passato.

Intanto il poliziotto accusato di aver stuprato il 22enne Théo fa sapere, tramite avvocato, che sarebbe stato il ragazzo a cominciare una colluttazione violenta. Nega di aver usato il manganello per sodomizzarlo. Ma i medici dell'ospedale, dove anche François Hollande ha fatto visita a Théo annunciando «giustizia», dicono il contrario. L'accusa di violenza sessuale resta in piedi. Come la voglia normalizzare la banlieue.

«Per i prossimi giorni ci attendiamo un miglioramento della situazione», spiega un portavoce della prefettura. Ma il grido che ieri sera si levava ancora dalle strade di Aulnay, Tremblay e Clichy è lo stesso che da giorni fa incendiare animi e auto: «Siamo in guerra con la polizia».

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