Un nuovo rompicapo per Meloni e Schlein: trovare un ruolo per i due presidenti in uscita

Buona notizia per Fdi e Pd, ma i due governatori sono ingombranti. E la contesa per la successione è già aperta anche tra partiti alleati

Un nuovo rompicapo per Meloni e Schlein: trovare un ruolo per i due presidenti in uscita
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La Corte Costituzionale giudicando il terzo mandato incostituzionale per il governatore della Campania ha azzerato le ambizioni non solo di Vincenzo De Luca ma anche del Doge Luca Zaia. Entrambi non potranno candidarsi alle prossime regionali. Una buona notizia sia per Giorgia Meloni, sia per Elly Schlein che ci contavano. Resta, però, il problema di due personaggi ingombranti, che hanno un grande consenso nel loro territorio e che potrebbero diventare due mine vaganti estremamente insidiose per le due leader. Trovargli un posto, accontentarli sarà una partita complicata sia per la premier che per la segretaria del Pd. Zaia non ha preso bene la sentenza al punto di contestarla: «È un paese che vive nell'ipocrisia». Ma l'attuale governatore ha già predisposto da mesi piani di riserva. L'idea maestra è quella di candidare un suo uomo e, magari, capeggiare lui stesso una lista alle elezioni regionali rivendicando la regione sempre per un leghista: o uno zaiano di stretta osservanza o l'attuale vicesegretario Alberto Stefani, già segretario della Liga veneta. Giorgia Meloni, però, fino a qualche mese fa rivendicava il ruolo di governatore con la tesi che il maggior partito italiano non può non avere nessun ruolo di primo piano nelle Regioni del Nord. Bisogna, però, vedere se la premier ha voglia di arrivare allo scontro contro una personalità politica che ha molto seguito in Veneto e che potrebbe e ridurre di molto, senza un'intesa, le chance di vittoria della coalizione di centro-destra. Tanto più che un «no» renderebbe ancora più difficili i rapporti con una Lega che in questo ultimo mese ha destabilizzato non poco la coalizione di governo. «La sentenza - ha fatto già presente il capogruppo della lega Molinari - non risolve la questione politica: il Veneto deve andare a noi». Quindi, la premier potrebbe decidere di stemperare la situazione dando il Veneto al Carroccio per avere in cambio per Fratelli d'Italia il ruolo apicale nella Regione Lombardia. Si tratta di una possibile alternativa che richiederebbe, comunque, un rinuncia non da poco per Salvini e i suoi.

Per la Schlein il compito sarà ancora più arduo. De Luca non ha preso per nulla bene la sentenza della Consulta. «Da oggi - è stata la sua reazione - si dovrà cancellare in tutte le sedi giudiziarie del Paese la scritta: la legge è uguale per tutti». La leader del Pd dovrà gestire una patata incandescente anche perché i rapporti con De Luca sono ai minimi termini. L'obiettivo dell'attuale governatore della Campania è quello di gestire in prima persona la successione. Vorrebbe un uomo di fiducia al suo posto e un incarico di un certo peso per il figlio che è parlamentare del Pd. Detta in soldoni De Luca vuole mantenere sotto altre forme il controllo che ha esercitato finora sulla Campania. Un'operazione tutt'altro che semplice visto che la Schlein non mai stata tenera con lui al punto trasformarlo nell'esempio dei potentati da abbattere o, almeno, indebolire nel Pd. Operazione più facile a dirsi che a farsi. Anche perché De Luca oltre ad essere un amministratore di lungo corso e ad avere un grande seguito elettorale, è capace di esercitare una certa influenza pure nel partito. In passato ha anche accarezzato l'idea di candidarsi alla segreteria. Non coinvolgerlo nella scelte per la successione potrebbe, quindi, mettere a rischio la vittoria in Campania, una delle poche certezze elettorali della sinistra.

C'è inoltre da scommettere che senza De Luca aumenteranno le ambizioni per il ruolo di governatore dei potenziali alleati del Pd. Il grillino Roberto Fico sta già bussando alla porta. Insomma sia per la Meloni, sia per la Schlein tolta una magagna intera ne rimane pur sempre una mezza.

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