Ufficialmente si chiama EuNavForMed, ma dal 2015, cioè da quando viene istituita, è conosciuta meglio con il nome di “Missione Sophia”.
Si tratta dell’operazione voluta dall’Ue a cui contribuiscono finanziariamente tutti i 28 paesi, eccezion fatta per la Danimarca. Una missione che negli anni crea non poche polemiche: inizialmente non tutti vogliono finanziarla, l’Italia dal canto suo accetta le regole della missione che prevedono per il nostro paese un importante impegno anche logistico, visto che le operazioni di soccorso culminano sempre con lo sbarco in uno dei porti italiani.
Un aspetto questo che, quando è al Viminale, il segretario leghista Matteo Salvini critica spesso e per il quale chiede un profondo cambiamento della missione stessa. Sophia nasce con l’intento di pattugliare lo specchio d’acqua compreso tra Libia ed Italia, con la finalità di contrastare il traffico di esseri umani.
Prorogata di volta in volta ogni sei mesi, è di oggi la notizia di una nuova proroga fino al marzo del 2020. Così come già accaduto in occasione dell’ultimo rinnovo della missione, anche in questo caso non è previsto l’uso di navi.
La missione Sophia dunque proseguirà soltanto con i mezzi aerei, i quali pattuglieranno il tratto di mare in oggetto senza però poter intervenire direttamente. Inoltre, dovrebbe essere confermato il sostegno alla Guardia Costiera libica: quest’ultima verrà ulteriormente potenziata con l’addestramento dei suoi uomini.
La proroga a queste condizioni della missione Sophia è già nell’aria da giorni, quando si parla addirittura di un ritorno al vecchio impianto, ossia con l’utilizzo nuovamente delle navi in mare per fermare i barconi carichi di migranti.
A farsi promotrice di una “rivisitazione” della missione, è già nel mese di agosto la Germania. Da Berlino, dopo aver dato il via libera a marzo per un ridimensionamento di Sophia, si dicono invece favorevoli ad una proroga che preveda l’uso delle navi.
Poi nei giorni scorsi a chiedere la proroga della missione Sophia, è il Servizio Europeo di Azione Esterna, diretto da Federica Mogherini. In quell’appello si lancia anche un intervento che sembra intenzionato ad offrire una vera e propria sponda a Giuseppe Conte, da pochi giorni a guida del governo giallorosso: “Occorre trovare una soluzione per gli sbarchi”, si legge, alludendo alla possibilità della redistribuzione dei migranti secondo un meccanismo automatico. Un modo per dar manforte ad un governo, quale quello italiano, in difficoltà dinnanzi all’aumento degli sbarchi e bisognoso di trovare sponda in Europa.
Non a caso lo stesso Giuseppe Conte, dopo aver appoggiato la linea critica di Matteo Salvini sulla missione Sophia, in quei giorni si mostra più possibilista in merito: “L'operazione Sophia non era stata completamente accantonata, ma non era stata valorizzata – dichiara il presidente del consiglio – In quadro in cui andiamo ad attivare un meccanismo di redistribuzione europea dei migranti possiamo riconsiderare il tutto”.
Come detto in precedenza, in questo giovedì arriva la ratifica da parte del Consiglio dell’Ue, di una nuova proroga di sei mesi. Nel frattempo, si specifica, “gli Stati membri sono pronti a tornare sulla materia per fornire al comandante dell'operazione possibili nuove linee guida sul dispiegamento dei mezzi navali dell'operazione”.
Come dire che, in qualsiasi momento, la missione potrebbe prevedere nuovamente l’uso delle navi, qualora gli Stati siano d’accordo.Ed in qualunque momento quindi, la missione potrebbe quanto prima contribuire a portare sempre più migranti nel nostro paese.
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