Da adesso la devastante occupazione del liceo Severi Correnti è ufficialmente un caso giudiziario, che punta a individuare e a colpire anche penalmente gli studenti responsabili della impressionante serie di danni inferti alla scuola milanese nei giorni a cavallo tra gennaio e febbraio. Ieri il procuratore della Repubblica Marcello Viola ha disposto l'iscrizione come notizia di reato della denuncia che Gabriella Conte, preside del liceo, aveva depositato nei giorni scorsi al commissariato di polizia Sempione, competente per territorio. È una denuncia che per i reati adombrati, invasione di edificio e danneggiamento, rischiava di finire in lista d'attesa nello smaltimento burocratico delle segnalazioni che arrivano quotidianamente in Procura, ma visto il rilievo della vicenda è approdata direttamente all'attenzione del Procuratore, che nella tarda mattinata di ieri ha provveduto anche a designare il pubblico ministero titolare dell'indagine.
Secondo quanto si è appreso, la denuncia presentata dalla preside è formalmente a carico di ignoti. La dirigente scolastica si è limitata ad indicare scrupolosamente le dinamiche dell'occupazione e a elencare uno per uno i danni riscontrati agli arredi, all'edificio alle attrezzature scolastiche al momento in cui il «Collettivo» che aveva indetto la protesta ha deciso di smobilitare. Nell'esposto sono citati i fiumi di schiuma lanciati dagli estintori, le cattedre e i banchi fatti a pezzi o accatastati, i computer - strumento indispensabile della didattica - vandalizzati e resi inservibili, i water sradicati dai bagni e il restante elenco di follie commesse dagli occupanti. É lo scenario che l'altro ieri si era trovato davanti anche il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, che al termine dell'ispezione insieme al prefetto Claudio Sgaraglia ha annunciato la linea dura nei confronti dei responsabili di quella che ha paragonato a una guerriglia: «Bene hanno fatto le forze di polizia a trasmettere gli atti alla Procura. Chi sarà individuato responsabile deve essere condannato penalmente e, inoltre, deve risarcire i danni. In nessun modo deve essere la scuola e la comunità a rispondere dei danni». Danni non solo economici ma anche organizzativi e morali, visto che grazie alle malefatte degli occupanti gli studenti del Severi (che erano in larga maggioranza contrari all'iniziativa del «Collettivo») sono ora costretti fino al 19 febbraio alla didattica a distanza come ai tempi del Covid.
L'indagine della Procura non resterà a lungo «a carico di ignoti», perché sul tavolo del pm incaricato del fascicolo sono destinati ad approdare a breve i primi risultati degli accertamenti che la Digos sta effettuando fin dal 2 febbraio, all'indomani dell'abbandono del Severi da parte degli occupanti. Gli studenti del «Collettivo», come è noto, hanno cercato di scaricare la colpa della devastazione su non meglio precisati esterni che si sarebbero infiltrati nei tre giorni, e soprattutto nelle tre notti, in cui il liceo è rimasto nelle loro mani.
Ma se individuare i singoli responsabili dei danni potrà impiegare più tempo, per il reato di invasione abusiva le indagini hanno già un punto di partenza, e sono gli ottanta nomi di studenti che i vertici del Severi hanno riconosciuto tra i protagonisti dell'occupazione. Per quelli che risulteranno non avere compiuto i diciott'anni, il fascicolo verrà trasmesso alla Procura dei minori.
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