È salito a 35.418 il numero delle persone che hanno perso la vita in Turchia, a causa del terribile terremoto che ha colpito le regioni meridionali. A queste si devono aggiungere i morti in Siria che, secondo l'ultimo bilancio, sono almeno 5.714 (dati riferiti dal governo siriano e dai ribelli che controllano la maggior parte delle aree colpite) e portano il totale complessivo a oltre 41mila vittime. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, aggiungendo che sono 13.208 i feriti ancora ricoverati in ospedale.
Nonostante la tragedia, ci sono ancora numeri e storie di speranza. Sono 8mila le persone estratte vive dalle macerie. E il loro numero aumenta anche a distanza di così tanti giorni dal terremoto del 6 febbraio. Sono storie miracolos. Uno degli ultimi sopravvissuti riportati alla luce è un uomo di 45 anni di nome Ramazan Yucel, salvato dopo 207 ore trascorse sotto i resti della sua casa di Adiyaman, uno dei centri più colpiti dal sisma di grado 7.8. Le squadre di soccorso nel sud della Turchia hanno riferito di sentire ancora voci provenire da sotto le macerie, a più di una settimana dal terremoto.
Ieri, dal valico frontaliero di Bab as Salama, è arrivato anche il primo convoglio di aiuti internazionali dalla Turchia alle regioni siriane devastate dal terremoto e fuori dal controllo del governo centrale di
Damasco. Le ong che lavorano in Siria, comprese quelle internazionali, hanno chiesto un urgente aumento del sostegno e un'azione immediata per garantire assistenza umanitaria alle popolazioni colpite dal terremoto in Siria.
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