Omicidio di Pierina, non ci sono tracce di Dna dell'unico indagato

L'esito della perizia genetica esclude Dassilva dalla scena del crimine. "Deve essere scarcerato"

Omicidio di Pierina, non ci sono tracce di Dna dell'unico indagato
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È in carcere da luglio con l'accusa di aver ucciso Pierina Paganelli, la 78enne accoltellata nel garage del suo condominio a Rimini nel 2023. Ma non c'è traccia del suo dna né sul corpo della vittima né sul luogo dell'omicidio. L'esito della perizia genetica del professor Emiliano Giardina fa tirare un sospiro di sollievo a Louis Dassilva, il 35enne di nazionalità senegalese, ex amante della nuora della vittima, Manuela Bianchi, e unico indagato per il delitto.

È stato il gip del Tribunale di Rimini Vinicio Cantarini a disporre la perizia per stabilire se le tracce isolate dagli investigatori su 34 reperti isolati sulla scena del crimine. Pierina è stata massacrata con 29 coltellate la notte del 3 ottobre di due anni fa nel complesso condominiale di via del Ciclamino, a Rimini, dove viveva e dove non è stato trovato nulla che riconduca a Dassilva, vicino di casa dell'anziana, nonostante un lavoro di laboratorio andato avanti sei mesi: nessuna corrispondenza tra il campione biologico del solo indagato e il resto delle tracce genetiche isolate sui reperti e conservate all'Università Tor Vergata di Roma. «Un risultato determinante - dice l'avvocato Riario Fabbri - che esclude il mio assistito dalla scena del crimine oltre ogni ragionevole dubbio». Il legale aspetta ora l'esito del prossimi step dell'inchiesta, poi procederà a presentare istanza di scarcerazione. Resta da svolgere l'incidente probatorio sulla telecamera della farmacia che la sera dell'assassinio ha ripreso un soggetto che per gli investigatori sarebbe Dassilva. Verso la metà di febbraio, alla presenza dell'imputato, verrà effettuato un esperimento giudiziale per ricreare le stesse condizioni presenti della sera del 3 ottobre 2023. Se l'esito sarà favorevole, il legale potrebbe ottenere la scarcerazione di Dassilva.

Nell'analizzare oltre 30 reperti, tra tracce, indumenti e oggetti sequestrati a casa del senegalese, il perito genetico Emiliano Giardina ha trovato il dna del 35enne solo su un coltello da cucina e un pantalone presi nella sua abitazione. A parte quello della vittima e dell'indagato (limitatamente ai due oggetti) non è stato trovato nessun altro profilo genetico. C'è da dire che gli esiti degli accertamenti potrebbero essere stati pregiudicati dalla cattiva conservazione dei reperti, a causa della composizione di muffe che hanno deteriorato alcune tracce.

Sollevata dalla notizia la moglie di Dassilva, Valeria Bartolucci,

che da un anno urla l'innocenza del marito. «Ora auspichiamo che si continui ad indagare e si verifichi la paternità di quelle tracce di dna che ancora restano sconosciute», osserva l'avvocato della donna, Chiara Rinaldi.

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