Omicidio Saman, il pm chiede l'ergastolo per i genitori

Per padre e madre della 18enne l'accusa vuole il massimo della pena e l'isolamento. Trent'anni per lo zio e i cugini

Un primo piano di Saman Abbas
Un primo piano di Saman Abbas
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Il padre ha deciso l'omicidio della figlia e la madre ha contribuito moralmente e materialmente al delitto. Per questo i genitori di Saman Abbas, la diciottenne di origini pakistane scomparsa il primo maggio 2021 da Novellara, in provincia di Reggio Emilia, e ritrovata morta un anno fa in un casolare vicino casa, meritano l'ergastolo e due anni di isolamento.

È questa la richiesta con cui il pm Laura Galli ieri ha concluso la sua requisitoria al processo per la morte della ragazza uccisa dai familiari per essersi opposta ad un matrimonio combinato. Trent'anni è la richiesta per gli altri imputati, lo zio Danish Hasnain, considerato l'autore materiale dell'omicidio, e i cugini Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz, per i quali sono state riconosciute le attenuanti equivalenti alle aggravanti.

Nazia Shaeen, la mamma della vittima, è l'unica ancora latitante in Pakistan, dove era fuggita con il marito subito dopo la scomparsa della figlia. Ma è considerata una figura di primo piano nella tragica vicenda di Saman, una giovane che amava vivere all'occidentale e non si voleva piegare ad una vita accanto ad un marito imposto. Per l'accusa Nazia «ha contribuito all'omicidio della figlia non solo condividendone l'uccisione, ma anche fattivamente». Nessuna differenza tra lei e il marito. Da quanto emerso dalle intercettazioni e dalle testimonianze, la donna considerava Saman «una pazza», sostenendo che era stata artefice del suo destino perché «erano stati costretti ad eliminarla dal momento che rappresentava un disonore per la famiglia». Sarebbe stato il padre a dire l'ultima parola sulla sorte della figlia, agevolandone l'esecuzione e consegnandola all'assassino. Un omicidio premeditato. Il pm ha spiegato perché: «Tra gli elementi che portano a questa ipotesi, l'acquisto dei biglietti per il Pakistan subito dopo la data dell'omicidio, il 30 aprile 2021, e lo scavo della buca in cui venne seppellita.

L'aggravante dei motivi abietti e futili viene spiegata con il fatto che «è stata uccisa una persona perché voleva vivere la propria vita». «Saman aveva una forza sovversiva che esercitava inconsapevolmente», ha detto il pm. Anche solo camminando mano nella mano o scambiandosi un bacio con il fidanzato per le strade di Bologna.

PaTa

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