Il disegno di legge Zan sull'omofobia, che era stato trasmesso al Senato della Repubblica dalla Camera dei Deputati il 5 novembre scorso, è stato calendarizzato (ma ancora non è stata fissata una data) dalla Commissione permanente Giustizia del Senato durante la seduta n. 229 di Mercoledì 28 Aprile 2021.
Dopo mesi di polemiche tra esponenti del Movimento 5 Stelle, PD, Leu e Italia Viva (favorevoli alla norma) ed esponenti del Centro-Destra (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e centristi) generalmente contrari al "ddl omofobia", la commissione guidata dal senatore e avvocato padovano della Lega Andrea Ostellari ha dato il via libera alla calendarizzazione con il voto favorevole di 13 componenti, e contrario di 11 membri. A votare sì, per chiedere l’avvio della discussione sul testo al Senato, sono stati i rappresentanti in Commissione di Pd, M5S, Leu e Italia viva, a votare no sono stati gli esponenti di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
La registrazione della spaccatura della maggioranza che sostiene il governo di Mario Draghi su questo ddl ha portato il Presidente della Commissione Giustizia del Senato Andrea Ostellari a scrivere che "al successivo incardinamento del disegno di legge Zan, seguiranno le audizioni e il dibattito sulle proposte emendative. Il regolamento prevede che il relatore di ciascun disegno di legge sia il presidente della commissione, che ha la facoltà di delegare questa funzione ad altri commissari. Poiché sono stato confermato presidente, grazie al voto della maggioranza dei componenti della Commissione, per garantire chi è favorevole al ddl e chi non lo è, tratterrò questa delega".
Il senatore cattolico Simone Pillon, compagno di partito di Ostellari, uno dei componenti della Commissione Giustizia più attivi per cercare di non far calendarizzare il ddl Zan, ha espresso la sua "massima fiducia" in Ostellari, dichiarandosi certo che "saprà garantire tutti". Non dello stesso parere si è mostrato l'onorevole Alessandro Zan, deputato del Pd, il “padre” di questo ddl sulla “omotransfobia, misoginia e abilismo”, che su Twitter ha scritto che "finalmente ora può iniziare la discussione anche in questo ramo del Parlamento, per l’approvazione definitiva", ma ha anche attaccato il presidente della Commissione Ostellari, secondo Zan autonominatosi relatore, definendo ciò come "l’ennesima forzatura di chi vuole affossare una legge voluta dalla maggioranza del Senato". Secondo il deputato del Pd il senatore della Lega Ostellari "ancora una volta dimostra di gestire la Commissione Giustizia come fosse di sua proprietà. Le istituzioni si rispettano".
Ma la calendarizzazione della legge ha suscitato anche le ire della Lega: "Si è riproposto in tutta la sua arroganza ideologica quel fronte giallorosso che ha fatto da cemento al vecchio governo Conte", dice l'onorevole Simona Baldassarre, che parla di "atto arbitrario" non previsto dal programma del governo Draghi. "Lo ripeto, il Ddl Zan è una legge liberticida - continua l'europarlamentare del Carroccio - che crea categorie più protette di altre, violando la Costituzione; introduce di fatto il reato di opinione (chiunque sosterrà il primato della famiglia naturale, sarà accusato di omofobia e sarà esposto alle interpretazioni della magistratura); e pure inutile, perché per l’istigazione alla violenza bastano leggi esistenti".
Preoccupati anche i vescovi italiani: attraverso una nota la presidenza della Cei (la Conferenza Episcopale Italiana) ha riaffermato "la singolarità e l’unicità della famiglia, costituita dall’unione dell’uomo e della donna", ed ha auspicato "che si possa sviluppare nelle sedi proprie un dialogo aperto e non pregiudiziale, in cui anche la voce dei cattolici italiani possa contribuire alla edificazione di una società più giusta e solidale". I vescovi italiani hanno ricordato che in questi mesi "sono affiorati diversi dubbi sul testo del ddl Zan in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere, condivisi da persone di diversi orizzonti politici e culturali. È necessario che un testo così importante cresca con il dialogo e non sia uno strumento che fornisca ambiguità interpretative".
Per i più stretti collaboratori di Papa Francesco nelle varie diocesi italiane una legge sulla omofobia, "che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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