Niente vaccino, siete omosessuali. È la imperdonabile gaffe inizialmente attribuita alla Asl 5 della Spezia, in Liguria, ma che alla fine è risultata un goffo copia-e-incolla di linee guida ministeriali.
È una stringa di errori, incomprensioni, facilonerie, pregiudizi quella che ha portato l'azienda sanitaria ligure a inserire nei moduli per la vaccinazione contro il Covid-19 gli omosessuali tra i «soggetti con comportamenti a rischio come tossicodipendenti e soggetti dediti alla prostituzione». Una scempiaggine che va molto oltre le categorie del politicamente corretto e scandalizza il consigliere regionale ligure Ferruccio Sansa, candidato sconfitto da Giovanni Toti alle regionali di qualche mese fa, che ne approfitta per inscenare una gazzarra mediatica. «Nelle 30 categorie di soggetti con comportamenti a rischio, al punto numero 10, sono stati inseriti anche gli omosessuali - denuncia Sansa -. Chiediamo alla Regione Liguria, all'Agenzia ligure della sanità (Alisa) e alla Asl5 come sia stato possibile ciò».
Tutti si indignano, a partire dalle associazioni per i diritti degli omosessuali. Ma anche il governatore Toti si arrabbia e definisce l'episodio «un errore inaccettabile» e dà mandato ai burocrati dell'Asl di ritirare la comunicazione e avviare un'indagine interna per individuare le responsabilità e adottare i provvedimenti disciplinari. Seguono scuse un po' di maniera ai «cittadini che si siano sentiti offesi».
Fin qui la bega è locale, anche se la polemica è nazionale. Seguendo i sassolini di Pollicino delle responsabilità, però, si arriva presto a Roma. Si scopre infatti che la Asl 5 della Spezia ha scritto l'improvvido modulo copiando quanto contenuto in un documento ufficiale del ministero della Salute, dal titolo «Anagrafe nazionale vaccini-specifiche funzionali», redatto a ottobre ma aggiornato fino a pochi giorni fa. In esso sono enumerate le fattispecie considerate a rischio in vista della vaccinazione. E la voce numero 10 parla di «soggetto con comportamenti a rischio (tossicodipendente, soggetto dedito alla prostituzione, omosessuale)». Tutti gli occhi planano su Roma. Il florilegio di condanne è inevitabile, per quanto non brilli particolarmente per originalità: «Quanto è avvenuto - attacca Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay per i diritti Lgbt - è molto più grave, perché è assurdo che nel 2021 al ministero della Salute non sappiano che sono i comportamenti a essere a rischio e non le categorie». Ironizza Tiziana Beghin, capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo: «Quest'oggi la provincia della Spezia si è risvegliata nel Medioevo. Piano piano, un passo alla volta, arriveranno anche loro nel 21esimo secolo». E Vladimir Luxuria allarga il discorso: «Quello che c'è da chiedersi e su cui riflettere è: perché uno ha sbagliato? Adesso abbiamo il vaccino per il Coronavirus, mi auguro che un giorno si potrà creare anche un vaccino contro l'omofobia e l'ignoranza. Purtroppo sopravvive ancora questo pregiudizio e cioè che ci siano delle persone più a rischio di altre, come avvenne con l'Hiv all'inizio, quando un gay non poteva donare sangue. L'idea dell'untore e della persona più a rischio purtroppo è ancora qualcosa che esiste e resiste nella nostra mentalità».
Da Roma arriva una risposta cavillosa che scarica tutto sulla Asl spezzina. «Sono i comportamenti a determinare il rischio, non certo l'orientamento sessuale delle persone». In Liguria avrebbero riportato «erroneamente, come chiarito dalla stessa Asl, un vecchio documento usato per le donazioni di sangue».
Nessuna ammissione di colpa in ministero? No, ma una promessa: «La riproposizione in documenti ministeriali di vecchie e superate formulazioni verrà immediatamente corretta». Gli omosessuali e le persone di buon senso ringraziano.
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