Niente vino, siamo francesi. I nostri cugini saranno costretti ad abbassare un po' la cresta quando si parla del nettare di Bacco, del quale si considerano i sacerdoti assoluti, anche se negli ultimi anni l'Italia li ha spesso sopravanzati per produzione in volumi (non per il valore, essendo il prezzo medio di una loro bottiglia mediamente più alto). Solo che qualcosa sembra essersi rotto nel rapporto tra i francesi e il vino. Un po' per i cambiamenti nello stile di vita, un po' per la crisi economica strisciante che porta meno soldi nelle casse delle famiglie, i calici dei transalpini sono sempre mezzi vuoti. E così l'Unione Europea ha messo a disposizione di Parigi un fondo di 200 milioni di euro (inizialmente erano 160, poi c'è stato un rifinanziamento) che serviranno a distruggere le eccedenze di produzione di vino. L'obiettivo è quello di sostenere i produttori in difficoltà e di evitare l'abbattimento dei prezzi.
La regione più colpita dalla sovrapproduzione è quella di Bordeaux, celebre per i suoi rossi muscolari e rotondi, penalizzati anche dalla tendenza del mercato negli ultimi anni a prediligere vini più leggeri e nervosi come quelli prodotti ad esempio in Borgogna. Secondo l'associazione degli agricoltori di Bordeaux, il calo della domanda di almeno un produttore su tre sta soffrendo gravi difficoltà finanziarie a causa del calo dei prezzi e delle tante bottiglie rimaste invendute. Ma anche la regione sud-occidentale della Linguadoca, la più grande area vinicola francese, è affetta da un potente calo della domanda di vino.
Il progetto è quello di riutilizzare l'alcol ricavato dalla distruzione del vino per ricavarne profumi, disinfettanti o dettergenti per la casa. Ma questa è chiaramente una soluzione tampone. Il ministro dell'Agricoltura francese, Marc Fesneau, nel corso di una conferenza stampa si è detto soddisfatto del finanziamento europeo che consentirà ai produttori di «trovare nuovamente fonti di reddito», ma ha invitato tutti gli attori del settore a «guardare al futuro, pensare ai cambiamenti dei consumatori e adattarsi». Nel lungo termine infatti bisogna pensare a una riduzione complessiva della produzione, magari puntando alla qualità. Già a giungo il dicastero aveva annunciato lo stanziamento di 57 milioni di euro per finanziare l'abbattimento di circa 9.500 ettari di vigneti a Bordeaux, mentre altri fondi pubblici sono disponibili per incoraggiare i viticoltori a passare ad altre colture come quella dell'ulivo.
Nell'approvare gli aiuti di emergenza per il settore la Commissione europea aveva fatto sapere che la flessione dei consumi di vino di nell'ultimo anno riguarda tutti i principali Paesi consumatori: si va dal 7 per cento in Italia
al 10 in Spagna, dal 15 in Francia al 22 in Germania fino al 34 del Portogallo. Le regioni più colpite dalla sovrapproduzione si trovano in Francia, Spagna e Portogallo, in particolare quelle vocate ai vini rossi e rosati.
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